Dorina Bianchi conferma le peggiori previsioni

Il primo atto politico della senatrice Dorina Bianchi come capogruppo PD della Commissione Sanitàè stata una dichiarazione; questa: “Stimo il collega Marino ma credo che parlare oggi di referendum sia un grave errore.”

Si riferisce, la senatrice, a ciò che ha detto appunto il senatore Marino: “Ci vuole una legge rispettosa delle liberta’ individuali“; e in caso contrario, cioe’ se il Ddl Calabro’ dovesse essere approvato, “la proposta di un referendum diventa inevitabile“.

Difficile immaginare un modo più chiaro, da parte della senatrice teodem Bianchi, per dimostrare che l’elettorato del PD aveva ragione, in questi giorni, a protestare e preoccuparsi per l’avvicendamento a capo del gruppo nella Commissione Sanità!

Ma la giovane ex Udc cotronese vuole forse togliere di mezzo – insieme alla credibilità del suo partito – ogni dubbio, e dunque ha dichiarato anche: “Il Pd è impegnato affinché la legge sulla dichiarazione anticipata di trattamento venga approvata quanto prima, tenendo al centro le esigenze reali dei cittadini italiani e considerando l’integrità e la dignità della persona”. Una dichiarazione perfetta per avallare qualunque scelta e andare incontro alla maggioranza.

Sull’emendamento D’Alia: un punto trascurato

Io confesso di non aver capito bene in che modo lemendamento D’Alia implichi il rischio di chiusura di interi siti, né in cosa esso cambi la normativa vigente (a parte il fatto di includere esplicitamente il web tra i mezzi di espressione/pubblicazione).

(Ah no, ok, ora ho capito: il senatore D’Alia non riesce a distinguere il proprietario di un sito dal provider, e impone il “filtraggio” al secondo invece che al primo.)

Probabilmente mi sfugge qualcosa. Ma non è di questo che volevo parlare.

Volevo invece fer notare il punto 5 dell’emendamento suddetto: “5. Al quarto comma dell’articolo 266 del codice penale, il numero 1) è così sostituito: “col mezzo della stampa, in via telematica sulla rete internet, o con altro mezzo di propaganda“.

Ora, l’articolo 266 del CP (Istigazione di militari a disobbedire alle leggi), come modificato dall’emendamento (vedi neretto) dice:

Chiunque istiga i militari a disobbedire alle leggi o a violare il giuramento dato o i doveri della disciplina militare o altri doveri inerenti al proprio stato, ovvero fa a militari l’apologia di fatti contrari alle leggi, al giuramento, alla disciplina o ad altri doveri militari, è punito, per ciò solo, se il fatto non costituisce un più grave delitto, con la reclusione da uno a tre anni.
La pena è della reclusione da due a cinque anni se il fatto è commesso pubblicamente.
Le pene sono aumentate se il fatto è commesso in tempo di guerra.
Agli effetti della legge penale, il reato si considera avvenuto pubblicamente quando il fatto è commesso:
1. col mezzo della stampa, in via telematica sulla rete internet, o con altro mezzo di propaganda;
2. in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di più persone;
3. in una riunione che, per il luogo in cui è tenuta, o per il numero degli intervenuti, o per lo scopo od oggetto di essa, abbia carattere di riunione non privata.

Quindi, secondo tale emendamento, chi scrive sul web (anche nei commenti di un blog) qualcosa che “istiga i militari a disobbedire alle leggi o a violare il giuramento dato o i doveri della disciplina militare o altri doveri inerenti al proprio stato, ovvero fa a militari l’apologia di fatti contrari alle leggi, al giuramento, alla disciplina o ad altri doveri militari“, compie un reato punibile con il carcere da 2 a 5 anni appena ciò che ha scritto appare sul web (comma 4). (Posso sbagliarmi, non sono un legale.)

Gulp!

Il Testamento biologico secondo il Governo, ovvero la dannazione eterna

La legge sul Testamento biologico che sta uscendo dalla Commissione Sanità del Senato accoglierà con ogni probabilità l’indicazione contenuta nel ddl sul caso Englaro: dirà cioè, quella legge, che l’alimentazione artificiale di persone incoscienti è un obbligo da parte del medico, anche se il paziente ha detto chiaramente che non la vuole.

Supponiamo ora che un tizio voglia fare uno sciopero della fame ad oltranza. È suo diritto, può rifiutarsi di mangiare e di bere.

Ad un certo punto però lo scioperante, dopo tot giorni di digiuno, cadrà in coma.

A quel punto i medici saranno obbligati a nutrirlo e, zac!, gli infileranno il tubo e/o la flebo.

Per effetto di tale intervento, presumibilmente, lo scioperante uscirà dal coma; e naturalmente chiederà che venga tolto immediatamente quel tubo! E ne ha il diritto, perciò il sondino verrà tolto e il digiuno riprenderà.

Dopo un altro po’ di tempo lo scioperante piomberà di nuovo nell’incoscienza.

E di nuovo i medici – obbligati dalla legge – gli rinfileranno il tubo per alimentarlo – zac!

Il ciclo può essere continuo. Sono entrati in loop.

Questa tortura proseguirà finché il tizio non schiatta o finché un’anima misericordiosa non deciderà di abbattere il digiunante, i medici e – auspicabilmente – il legislatore.

No, ora questa me la spiegate

“Semplice avvicendamento tecnico, spiegano dal Pd. Marino a ottobre aveva presentato le dimissioni da capogruppo in commissione perché era stato eletto presidente di un altro organismo, quello di inchiesta sul Sistema sanitario. Atto dovuto pro forma, che infatti era rimasto nel cassetto della Finocchiaro negli ultimi tre mesi.”

via Democratici, scoppia il caso Marino "Ora rischia la linea sul fine-vita" - Politica - Repubblica.it.

Ok, Marino aveva già cambiato commissione. Non si capisce però che senso abbia che questo cambio, rimandato per tre mesi, venga attuato proprio nel momento in cui si decide sul ddl al quale Marino ha lavorato come principale e più competente esponente del PD.

Ma vabè, mettiamo che questa sia una digraziata coincidenza di tempi tecnici. Quello che però mi dovete spiegare – se volete che sia credibile la storia della coincidenza e del non cambio di linea – è perché il posto di Marino sia stato dato ad una teodem come Dorina Bianchi che, sul testamento biologico, la pensa in maniera diametralmente opposta a Marino (e che aveva anche dichiarato voto favorevole al ddl sul caso Englaro)!

Ok, per spiegare vi do tempo fino a… Scaduto!

Update: il senatore Marino, nel suo blog, invita ad esprimere commenti riguardo alla sua sostituzione.

Libertà di coscienza?

Il Partito Democratico lascia libertà di coscienza ai suoi parlamentari sul ddl per il caso Englaro.

Però il PD manifesta anche in difesa della Costituzione e di Napolitano, e si esprime con durezza sulla vicenda del dl voluto da Berlusconi e respinto da Napolitano.

È curioso. Il ddl sul quale il PD non prende posizione (e tanto meno fa ostruzionismo) è esattamente la riproposizione del dl respinto dal Presidente della Repubblica per vari motivi, tra i quali la manifesta incostituzionalità. E rappresenta anche, quel ddl, il proseguimento dell’attacco sferrato dal Berlusconi al Quirinale.

In sostanza, il PD ha deciso che votare o no una legge incostituzionale pensata per attaccare le istituzioni è una questione di coscienza.

Domenici: «Stiamo distruggendo l’opera nostra!»

Il sindaco di Firenze Leonardo Domenici lancia ancora un allarme sulla situazione del PD fiorentino.

A quanto pare l’intervento di Vannino Chiti, un mese fa, inviato da Roma per placare le guerre interne e chiarire le regole per fare le primarie per il Comune, non ha risolto la situazione.

Il caso Firenze non è solo una questione locale: dopo le intercettazioni telefoniche pubblicate nei mesi scorsi, l’inchiesta giudiziaria sul progetto del nuovo stadio, gli assessori e i capigruppo dimissionari, i candidati alle primarie tagliati fuori e le primarie stesse slittate al 15 febbraio, il sindaco Domenici che si incatena davanti alla sede di Repubblica, dopo tutto ciò, Firenze è uno dei casi emblematici della crisi morale del Partito Democratico; quasi uno studio clinico, si potrebbe dire. E vale la pena di tenerlo d’occhio.