Lettura in corso/

casadifoglie Faticosamente procedo  nella lettura del romanzo-fiume di Mark Z. Danielewski. La fatica è dovuta più che altro al fatto che lo leggo di notte, dalle 1 alle 2 circa; e la struttura del libro richiede uno livello di attenzione minimo che non sempre a quell’ora è in mia facoltà.
Dopo circa 150 pagine posso tuttavia dire di aver abbandonato i pregiudizi dovuti alle diffuse accuse di pretenziosità che ho letto in giro. Sono in tempo a recuperarli, quei (pre)giudizi, naturalmente. Ma al momento la struttura su tre livelli con cui procede la narrazione (il finto-saggio su "The Navidson record", il racconto del tatuatore Johnny Truant che l’ha recuperato, le note) ha una resa efficace. I personaggi che esplorano la casa e i rapporti interni della famiglia Navidson sono tratteggiati con quella apparente oggettività da saggio scientifico che, paradossalmente, permette al lettore di vederli con empatia.
Le acrobazie tipografiche ancora non sono cominciate.

Il cinema è pieno di comunisti

Da L’Espresso di questa settimana (con cui ho comperato l’ultimo volume della Storia della Filosofia di Abbagnano), ecco una nutrita carrellata di film dedicati all’Uomo unto da Gesù e benedetto da Napoleone (più o meno):

J.H. Stahlberg, "Bye bye, Berlusconi", presentato al Festival di Berlino (preview).
Susan Grey, "Citizen Berlusconi", americano e ben noto.
Stephane Bentura, "Sua maestà Silvio Berlusconi" (voglio vederlo; fosse solo per quell’aneddoto degli uomini Fininvest che vanno a casa delle famiglie dell’Auditel e offrono in televisore nuovo se quello vecchio viene lasciato sempr acceso e sintonizzato su Canale5).
Enrico Deaglio e Beppe Cremagnani, "Quando c’era Silvio", DVD in vendita con Diario tra breve.
E, udite udite, il 24 marzo esce "Il caimano", di Nanni Moretti.
A. Salerno, "Era polare: la pazza storia dell’Italia di Berlusconi".
Aa. Vv., "Shooting Silvio", progetto internettiano prodotto ‘dal basso’.

Già che ci sono, un po’ dei libri che i comunisti illiberali con le mani macchiate di sangue hanno dedicato a Silvio:

Alexander Stille, "Citizen Berlusconi", Garzanti (nuovo)
Nando Dalla Chiesa, "Vota Silviolo", Melampo.
Nando Dalla Chiesa, "La fantastica storia di Silvio Berlusconi"
Peter Gomez e Marco Travaglio, "Cose mai viste", Rizzoli (esce l’8 marzo, ma in rete non trovo link).
G. Andrews, "Not a normal country".
A. Cameron, "The Berlusconi Bonus".
D. Lane, "The Berlusconi’s shadow".

Di più sui ditloidi

Cosa siano i ditloidi (ditloids) è ormai noto a tutti i filoludisti. Ma naturalmente un sacco di gente vive benissimo senza aver la minima idea di cosa si indichi con quel neologismo anglofilo. Non ricordo se ne ho parlato qui, ma certamente lo si è fatto su Ecolaliste – e prima ancora su vari blog.
In ogni modo questo post vuol solo riferire la nozione pubblicata ieri da Stefano Bartezzaghi in "Lessico e nuvole" (sul Venerdì).
L’ottimo Bartezzaghi ci fa sapere infatti che la parola ditloids è in effetti un ditloide difficilissimo: 1 D I T L O I D. Ovvero One day in the life of Ivan Denisovic.
Questa notizia, per ragioni imperscrutabili, mi fa apparire assai più simpatici i rompicapo di quel tipo.

Lo sapevate? Sapevàtelo!

Per i futuri sposi
Una legge dello Stato italiano pochissimo nota e scarsamente applicata, permette a chi si sposa in Municipio di far celebrare il matrimonio a "cittadini italiani che hanno i requisiti per la elezione a consigliere comunale"
In pratica, non si è obbligati a farsi sposare dall’assessore di turno, o dal consigliere comunale sfigato. Si può chiedere che il rito civile sia celebrato da un proprio amico, conoscente, parente.
Non so, sarà che io non ho nozze in programma, ma a me sembra una figata.

Metti uno si fa sposare dalla zia zitella, o dall’attor giovane della compagnia cittadina. O magari dal mendicante simpatico che sta sempre sui gradini fuori dal Municipio…

Sdoganare chi nega l’esistenza delle camere a gas

Gli alleati fascisti di Berlusconi
Pur di raccattare un 1 percento in più, B. si è alleato con tutta la spazzatura che ha trovato, recuperando laggiù in fondo a destra – vicino ai cessi e fuori dalla zona-giorno della democrazia – gente che mette in grosso imbarazzo anche Fini (che tanta fatica ha fatto per levarseli dalle palle).
A costoro, per parte loro, non pare vero di avere un po’ di visibilità; e non si tirano certo indietro quando si tratta di farsi riconoscere per i fascisti, razzisti, xenofobi e filonazisti che sono.

Ha dato mirabile prova di ciò ieri Luca Romagnoli, segretario della Fiamma tricolore, che a SkyTG24 ha dichiarato candidamente, sulle camere a gas dei campi di concentramento nazisti, che "non ho alcun mezzo per poter negare o affermare la loro esistenza".

Torna in mente una vecchia canzone