SICCOME io di mestiere faccio lo scultore…
No, davvero. Seriamente! Faccio lo scultore. Giuro.
Dicevo, siccome faccio lo scultore, allora talvolta mi vien da pensare che il web, le cose webbiche, lì, tutto l’ambaradan, non hanno la possibilità di trasmettere/ospitare le sculture.
Chiaro, no? È pacifico. Non c’è verso!
Sì, certo, delle sculture si possono mettere le foto, sul web; e talvolta – diciamo la verità – le sculture, in foto, sembrano più belle che dal vero, con le luci giuste, lo sfondo eccetera.
Però le foto delle sculture non sono sculture. Stanno alle sculture, le foto, come le foto delle belle donne stanno alle belle donne (anche le donne, infatti – e pure gli uomini, si capisce – in foto possono essere più belle che dal vero). Ma con le foto delle belle donne… Non occorre che spieghi oltre, no?
Sì, è vero, esistono le fotocopiatrici 3d – dei pantografi che lavorano col polistirolo, in pratica, ma intanto non sono diffuse e costano un pacco di soldi; e poi comunque con quelle si fanno solo delle cose di polistirolo; piccole, per di più. Polistirolo grezzo, insomma… Non è il massimo.
Se è per quello esistono pure grossi pantografi per il marmo che lavorano anche con dati numerici. Ma in ogni caso si tratta di tecnologie che hanno a che fare con la digitalizzazione di oggetti, o con la loro progettazione, anche; ma non con l’uso del web per condividere questi oggetti. Non fino ad oggi, almeno.
Ok, fare scultura per il web potrebbe voler dire anche abbandonare i materiali tradizionali e passare ad altri, con altre e nuove possibilità. Per la pittura e la fotografia (e le loro contaminazioni) è già così. Ma anche lì, insomma, non è che ci siamo granché. Cioè, si può fare pittura/fotografia con strumenti digitali, ok, ma poi sul web puoi metterci solo delle riproduzioni.
Ma sto divagando. Dicevo della scultura con materiali non tradizionali; o, per meglio dire, senza materiali. Io posso farla, una scultura esclusivamente digitale, come no. Ma finché resta un file, questa scultura è al massimo un progetto di scultura. Ovvero, ciò che conta è l’output finale, chiaro, mica il progetto.
Allora se rinuncio al materiale posso al massimo o fare degli oggetti 3d digitali, visibili con un software specifico che faccia il suo bel rendering (e questo sarebbe l’output finale); oppure ricorrere agli ologrammi.
Se non che, gli oggetti 3d son cosette che stanno dentro il monitor – ed hanno più a che fare con l’animazione che con la scultura – e i proiettori di ologrammi, eh!, costano una cifra e non sono diffusi neanche loro.
Comunque questo post non è che lo scrivo per fare il punto dello stato della tecnologia rispetto al web e alla scultura. No.
E’ solo per dire che, a volte, mi spiace non poter mettere on line le sculture.
D’altra parte, il fatto che le sculture siano legate ai materiali, alle loro caratteristiche fisiche al lavoro manuale, quel fatto lì lo trovo confortante.
Probabilmente è una posizione di retroguardia, ma pazienza.