Scavi T. – 3 (Gaber)

Ci fu un periodo, diciamo tra il ’70 e l’80, in cui lo spettacolo teatrale che Giorgio Gaber metteva su ogni anno veniva rappresentato nel teatro della mia città.. Siccome venivo portato regolarmente a vedere codesti spettacoli, fatti di canzoni e monologhi, mi acquistavo ogni volta la cassetta (musicassetta, ovvio) dello spettacolo, opportunamente venduta nel foyer. Tali acquisti, e i susseguenti, reiterati ascolti, si rivelarono particolarmente fertili negli anni a seguire: difatti, negli show al teatro, una buona parte delle battute non le capivo mica (ma tante altre sì, dato che il Gaber ha mantenuto sempre un’ironia di fondo crassa, da bar sport); ma negli ascolti successivi, pian piano, tutte le parodie, le citazioni, le metafore e i sarcasmi sono andati al loro posto.
Oltre a ciò, non posso negare che un po’ di influenza sull’imberbe encefalo dello spettatore, le idee politiche semplici e idealiste del duo Gaber-Luporini (il co-autore dei testi) l’avevano; specie quando il Gabercich cavava graziosa satira interpretando  le perplessità e le debolezze dell’individuo di fronte ai grandi proclami, ai riti della democrazia, alle utopie.

E mi ricordo bene delle canzoni La presa del potere, La nave, Un’idea, Com’è bella la città, L’amico, Al Bar Casablanca, Oh Madonnina dei DoloriAngeleri Giuseppe, C’è solo la strada, Dove l’ho messa, Giotto da Bondone, Il corpo stupido, L’analisi + La leggerezzaL’odore, La peste, La realtà è un uccello, Le mani, I reduci, Le elezioni, Si può, I padri miei, Polli d’allevamento e soprattutto I borghesi.

Tutto ciò per dire che, dagli scavi, sono riemerse le vecchie musicassette. E anche il mangianastri, che però non va.



2 commenti su “Scavi T. – 3 (Gaber)”

  1. noi ne abbiamo recentemente comprato uno su ebay che funziona egregiamente. non sto proponendo uno scambio. ti do’ solo un suggerimento. 🙂

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