Gli aiuti pubblici all’economia

In una ben concertata conferenza stampa a tre, Frattini, Berly e Tremonti (gli ultimi due nel ruolo del gatto e la volpe) hanno fatto sapere che il mondo è cambiato, tutto ora è diverso e quello che ieri era vietato "oggi è un imperativo". Si riferivano agli interventi decisi dall’Unione europea a per aiutare le aziende a fronteggiare la crisi economica.
"Ora gli aiuti di Stato sono voluti da tutti", ha proseguito Berly trionfante. Perché trionfante? Beh, perché lui e Tremonti, antieuropeisti convinti fin dal 2000, hanno sempre protestato contro le regole antiprotezionistiche imposte dalla UE, beccando anche delle sanzioni. (Anche il recente, scandaloso intervento su Alitalia è al vaglio della UE per stabilire se ci siano state infrazioni in tal senso.)

Dunque ora l’Unione europea ha cambiato idea e dà ragione a Berlusconi e Tremonti? Per come i due l’hanno raccontata, sembrerebbe di sì.

Senonché gli "aiuti di Stato" all’economia e alle aziende decisi dalla UE NON SONO aiuti erogati dai singoli stati nazionali, bensì dal coordinamento dei Paesi dell’Unione e dalla Banca Centrale Europea; un cosa un po’ diversa dal nazionalismo propagandistico con cui è stata gestita la questione Alitalia.

Un commento su “Gli aiuti pubblici all’economia”

  1. una volta ero nel centrosinistra, e intorno a me c’erano statalisti (anche un po’ troppo esagerati) e dall’altra parte liberisti invasati.

    poi sono rimasto nel centrosinistra, che ha cominciato a farsi chiamare sempre piu’ platealmente democratico e ad inneggiare sempre piu’ al mercato libero. Dall’altra parte c’erano quelli che volevano gli aiuti di stato, e possibilmente alle aziende amiche.

    Adesso sono finalmente nel centrosinistra, e intorno a me tutti stanno zitti, e dall’altra parte si compiacciono per l’inversione protezionistica e conservatorista della politica economica della UE.

    In questo paese, il miglior modo per viaggiare e’ restare fermi.

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