Propositi

Per il 2008 mi riprometto (in quanto che me l’ero già promesso) di

  • Pulire e riordinare casa e studio. Sì, lo so, un anno forse non è sufficiente; diciamo che mi prendo anche il 2009 (bisogna essere realisti).
  • Buttare tutti i calzini vecchi e ricomprarne uno stock tutti uguali, al massimo di due colori (che, rispetto al problema, è l’uovo il calzino di Colombo).
  • Perdere 10 6 4 3 2 1 kg (ma poi, si sa, 1 kg va e viene…)
  • Scrivere un best-seller
  • Trombare di più.
Ok, auguri a me – per quanto sopra – e a voialtri là fuori – per tutto il resto.

Ludico cacopedico potenziale

È uscito il primo numero di "Corto circuito", rivista dalla periodicità ignota che si occupa di giochi linguistici e letterari (almeno così mi pare d’aver inteso) e si autodefinisce "ludica, cacopedica e potenziale". Ci scrivono Paolo Albani e e Ennio Peres e la dirige Sandro Montalto. Anche Umberteco ha donato un pezzullo per il numero 1, ma chissà se sarà una tantum.
L’abbonamento costa 15euro l’anno. Io ve l’ho detto.

Metodo collaudato per imparare a dattiloscrivere senza guardare la tastiera

La mirabile arte della dattilografia, un tempo insegnata solo negli Istituti Commerciali e un tempo rivolta all’armonioso e veloce uso della macchina da scrivere(*), è assai ardua da apprendere in età molto post scolare. Tuttavia tutti coloro che fanno uso costante di una tastiera desiderano segretamente esser capaci di battere con 10 dita e senza guardare la tastiera medesima (invece di star lì a manovrare i due indici delle mani come un pianista impedito che suona "Le tagliatelle").

Questo desiderio può realizzarsi. Ecco come.
Occorrente: un gatto coccolone, una tastiera coi tasti neri. Una sedia reclinabile.
Mettete il gatto sulle vostre ginocchia e fatelo stravaccare con opportune moine. Inclinate la sedia e avvicinatela alla tastiera (s’intende che sia una tastiera su un tavolo/scrivania) in modo che il gatto  si sistemi non sulle ginocchia (ove non ci sarà più spazio bastante per via del tavolo/scrivania) ma tra stomaco e petto. A questo punto la vostra visione della tastiera sarà quasi impossibile causa gatto. Se cercherete di allungare il collo o di sbirciare, il gatto intenderà questo movimento come un invito a strofinarsi sul vostro naso e coprirà vieppiù la tastiera. Se comunque riiuscirete a sbirciare qualche tasto laterale, il nero dei tasti medesimi col riflesso del monitor provvederà a renderveli illeggibili.
A questo punto confidate nell’istinto nella memoria tattile e, dopo aver localizzato con sicurezza il cancel e le frecce direzionali, procedete per tentativi. Dovrete usare tutte le dita perché il corpo del domestico felino non vi permette di muovere le mani a piacere.
Qualche settimana di refusi a briglia sciolta e vedrete i risultati.

Il metodo funziona anche se il gatto ama starvi in grembo ma odia qualunque movimento che turbi il suo relax e usa gli artigli per farvelo capire.

(*) Strumento oggi estinto.

Il seme dell’ozio

Ho approfittato delle feste per non occuparmi delle mie coltivazioni clandestine di ozio. Poca roba, una piccola serra in campagna con un centinaio di papaveri da ozio. Ho comprato i semi su internet. C’è voluto un mese per averli perché il mittente se l’è presa comoda.
È illegale, lo so, coltivare quella roba qui da noi; ma in fondo è per uso personale. Cioè, io non le fumo, le foglie dell’ozio (non ne ho bisogno); però ci tengo ad averne una piccola riserva.
Non si sa mai. Dicono di gente che è stata presa di colpo da forme acute di Voglia di lavorare e, ahimé, non ce l’ha fatta. Sono cose che possono uccidere.

Quindi meglio esser previdenti: faccio crescere le mie pianticelle, con calma; poi, se sopravvivono, le raccolglierò.
Ecco, la raccolta può essere pericolosa: occorre proteggere le mani e indossare una maschera con filtro antiparticelle. In caso contrario l’assorbimento involontario del principio attivo contenuto nelle foglie e nelle spore (l’Astato di Fermio, AtFm) può indurre l’incauto a svaccarsi lì nella serra ed a restarci fino alla morte per inedia (se non lo ritrovano prima).

In ogni caso, non so se le graziose pianticelle color verde relax giungeranno a maturazione: averne cura mi fa fatica. Ma d’altro canto mostrare zelo e dinamismo attorno ai germogli ancora teneri di papavero da ozio può uccidere quelle piante delicate.

C’è gente che, invece di coltivarsi le proprie piante (attività invisa a tutti i fumatori di ozio), le va a cercare nei paesi dove crescono spontaneamente, cioè nelle zone tropicali e nelle riviere temperate. Il papavero da ozio selvatico (assai più potente di quello coltivato) lo si trova cercando le piante attorno alle quali esso nasce naturalmente. Se vuoi trovare l’ozio, cerca nei luoghi ove alligna la Sediasdraio, per esempio; oppure guarda bene nei cespugli di Tavolino-di-BarSport. (Un’associazione certa tra la crema abbronzante e il papavero da ozio non è stata dimostrata scientificamente; è invece una leggenda metropolitana che la pianticella proliferi nei giardinetti attorno agli uffici pubblici.)

Il consumo di ozio è attestato fin dall’antichità. Ne parlano l’Odissea (IX, 82-102, i Lotofagi), l’Antico Testamento (Genesi, 2,8ss) e, indirettamente, Diogene di Sinope.
Altrettanto antica è la guerra pregiudiziale condotta contro i fumatori d’ozio. Essa ha avuto tuttavia un’accelerazione a partire dalla Rivoluzione industriale, un picco con l’istituzione del corpo degli Stakanovisti e un’ulteriore inasprimento con l’invenzione della Ginnastica Aerobica negli anni ’80 del XX secolo.
Nonostante queste terribili crudeltà, il consumo di papavero da ozio è tuttavia sopravvissuto e pare improbabile che esso venga sconfitto (impossibile, per esempio, usare i cani antidroga per contrastare il traffico di ozio: le nobili creature hanno infatti nel fiuto la loro forza ma anche il loro punto debole quando si tratta di snidare i pacchetti di ozio).

Una storia del papavero da ozio non è ancora stata scritta. Nessuno se n’è fatto carico. Anche in questo post si potrebbe dire molto altro in proposito; ma invece no. Superfluo, credo, spiegarne il perché.

Nome in codice: Babbo Natale

Mi racconta un amico con 2 figli piccoli che la difficoltà "organizzativa" nel tenere nascosti ai figli i loro regali, quelli dei parenti, cugini etc. ha cambiato un filino  lo svolgimento dei tradizionali compiti di Babbo Natale.
Ai bambini di questo amico, la di lui moglie ha infatti raccontato che
1) per avere i regali da Babbo Natale bisogna scrivergli una letterina un po’ prima;
2) dopo che si è mandata la letterina Babbo Natale passa in volo attorno alla casa per vedere dalle finestre se i bambini fanno i bravi(*);
3) qualche giorno prima di Natale, Babbo Natale consegna i regali al babbo e alla mamma perché li nascondano, in quanto che lui non ha abbastanza posto;
4) qualche ora prima di Natale, Babbo Natale viene a riprendere i regali e li mette sulla sua slitta con gli altri;
5) alla mezzanotte di Natale, Babbo Natale riporta i soliti regali con la sua slitta volante, e li lascia sotto l’albero;
6) nei giorni subito dopo Natale, Babbo Natale ripassa un’altra volta per vedere se i bambini fanno i bravi e fare rapporto alla Befana. (*)

Cioè praticamente un’operazione da servizi segreti (di "intelligence", come si dice ora). Non si sa come ‘sti bambini si immaginino Babbo Natale alla luce di queste complicate informazioni.

(È una storia vera.)

(*) Immagino che queste aggiunte servano a sfruttare la circostanza stagionale come argomento in più per evitare che i pupi facciano un casino  della madonna durante i tragici e affollati pranzi di famiglia.

Privacy, privacy!

Nano Berly e i suoi uggiolanti cortigiani gridano al delitto di lesa privacy, riguardo alla telefonata. Pure Bertinotti e Mastella dicono che è una cosa brutta brutta e non si dovrebbe fare.

Ora, pensavo: ma davvero ‘sta privacy è un diritto di tutti?
Cioè, io sono favorevole a molti dei privilegi della classe politica. Sono favorevole all’immunità parlamentare, a stipendi ragionevolmente alti per gli eletti, alle agevolazioni e esenzioni per i medesimi etc.: gli eletti rappresentano il popolo sovrano e i propri elettori e devono poter esercitare questa loro delega al meglio e senza interferenza alcuna.

Ciò detto, pensavo, secondo me costoro – gli eletti – forse non dovrebbero avere più alcun diritto alla privacy; e ciò per la stessa ragione per la quale devono avere dei privilegi: perché sono rappresentanti degli elettori e come tali ogni loro atto (in quanto facente parte del loro ruolo pubblico) dovrebbe essere pubblico.
Non dovrebbe esserci, in teoria, alcuna parte "segreta" nel loro operato; quindi a maggior ragione  non dovrebbe esserci una legge che estende anche a loro il diritto alla privacy (al limite potrebbe essere tutelata la loro vita privata, se fosse possibile scinderla sicuramente da quella pubblica).

Intercettarli tutti e sempre. Dare accesso alla loro corrispondenza. Magari microfonarli (ok, mi rendo conto che è difficile realizzarlo senza finire in eccessi tipo gemiti o scoregge, ma insomma…).

Vita da single/14

Single? Sì, in teoria!

Per dire, stamani mi sono svegliato così

risveglio

Per la cronaca, il gatto aveva la sua tipica espressione "Guarda che gatto bravo e buono che sono, non mi merito una quantità ingente di croccantini SUBITO?". La Biba, che è un essere più semplice, esprimeva chiaramente il concetto "Se ti monta addosso lui ci monto anch’io!".