Moti di Francia / Chirac parla da moderato

Mentre i danneggiamenti continuano lentamente a diminuire (200 auto bruciate e 50 fermati stanotte), Chirac ieri ha rotto il suo "assordante silenzio" parlando ai Francesi. Chirac ha fatto un discorso assai moderato, praticamente agli antipodi delle posizioni rigide fino alla provocazione del ministro degli Interni Sarkozy. Il Presidente della Quinta Repubblica ha richiamato anche, ovviamente, il necessario rispetto della legalità; ma il nocciolo e la parte più ampia del suo discorso sono stati improntati alla comprensione delle ragioni dei rivoltosi. Questa crisi, ha detto Chirac, "è una crisi di senso, una crisi di riferimenti, una crisi di identità".  Insomma la ribellione delle banlieues ha sostanzialmente ragione (altro che "racaille"!): "Non costruiremo niente di duraturo senza il ripetto", ha proseguito Chirac, "Non costruiremo niente di duraturo se lasceremo crescere – qualunque ne sia l’origine – il razzismo, l’intolleranza, l’ingiuria, l’oltraggio. Non costruiremo niente di duraturo senza combattere quel veleno per la società che sono le discriminazioni. Non costruiremo niente di duraturo se non riconosceremo e non accetteremo le diversità nella società francese. Fa parte della nostra storia. E’ una ricchezza e una forza."
Ancora, Chirac ammette che "in certe zone si sono accumulati troppi handicap, troppe difficoltà"; e che "alle radici degli avvenimenti che viviamo c’è evidentemente tale situazione".
Chichi conclude elencando alcune misure che già si stanno prendendo a favore delle banlieues.
Apparentemente è una vittoria per i ribelli. La durezza delle azioni penali e le fonti dei risarcimenti diranno se è una vittoria totale o meno; e del resto, l’applicazione effettiva dei provvedimenti contro la disoccupazione e le disciminazioni, nonché la loro efficacia, devono prima dire in che misura Chirac fa sul serio.

Insomma, un bel discorso – sicuramente sgradito alla destra estrema e ai fan di Sarkozy. Un bel discorso se non fosse che viene da Chirac: la credibilità di queste parole è tutta da verificare.
E non bisogna dimenticare la proroga di 3 mesi dello stato di emergenza.

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