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Intel Centrino e i pubblicitari sbadati

Avete presente lo spot tv della Intel Centrino? Quello fatto di vari frammenti, il primo dei quali è la scena di un bell’omone nero che canta una canzone con la chitarra seduto sulle gambe di una signora non giovanissima? Ecco, io me lo vedo, il cast che gira quello spot: tutto pronto, location (o studio) arredata, luci, trucco, costumi, attori. "Facciamo una prova? Vai, Joe (?); Rose(?), tu siediti lì, ecco, bene. Joe, prendi la chitarra e siediti sulle ginocchia di Rose – piano che sennò le spezzi una gamba. No, Joe, la chitarra copre Rose quasi del tutto. Dovresti girarla… Come? Cazzo, è vero! No, non possiamo cambiare inquadratura, è già tutto stabilito così… Dove cazzo vuoi che la troviamo una chitarra mancina, ora?! Senti, tu girala lo stesso, quella fottuta chitarra, tanto chi vuoi che se ne accorga?"


Notare la chitarra capovolta

Final cut

COME tutti, volenti o nolenti, avranno notato, gli spot pubblicitari in tv ormai girano tutti in versioni di varia lunghezza. Chiaro, no? Prima ti danno una bombardata della versione integrale, con tutta la storiellina (il bimbo esitante che entra nella camera dei genitori; sguardo del bimbo; battuta della mamma; sguardi; la mamma chiama in causa il papà – perché è il papà che porta i calzoni, seppure del pigiama; attesa timorosa; battuta liberatoria del Padre etc. fino all’elefante-cucciolo che probabilmente cagherà nel due-piazze, porello: insomma un microdramma famigliare); poi, quando l’hai imparata bene, ecco  la versione corta, che funge ad un tempo da richiamo dell’attenzione – basta che ci sia qualcosa di diverso e *tac!* sei catturato – e da risparmio sul budget ("che c’è?", "posso?" "anche fufi?", <barrito>, CRACK!*: un videoclip surrealista).

Il sistema è infido e va a toccare quel meccanismo profondo che è la percezione delle narrazioni. Ma su questo sorvolerei ché sennò mi incarto tra Propp, Bruner e Bachelard.

Mi vien da pensare piuttosto, con malcelata perversione, a cosa produrrebbe questo meccanismo applicato alla Letteratura.
Non esistono spot veri e propri delle opere letterarie (a parte i capitoli anticipati dei previsti best seller o degli e-book); ci sono solo, a volte, tristi manchette-frontespizio, quasi delle lapidi, adornate, quando è possibile, di fasce tipo "Premio Campiello" o "Terza ristampa".
Non esistono ma si può provare ad immaginarli. O, ancor più realistico (?), si può immaginare una versione supercontratta di un romanzo noto.

Per es.: <Nel treno. Un numero. La neve. Un salto. "Guerra è". Ospedale. Treno. Boh? Russi. Treno e piedi. Non mi riconoscono.>

Oppure: <Ricordo. Maestro. Mistero. Cadaveri. Gnocca. Amen. Processo. Processo. Processo. Fuoco.>

O anche: <Aula. Jella. Condannatemi!>

etc.
Cosa rende irriconoscibili i libri su riassunti (no, ok, sono riconoscibili)? Il fatto che sono parole e non immagini.
Banalità, il tuo nome è "il tempo è denaro".