Lascio la tessera del PD, che avevo sin dal 2008. Non avevo mai avuto tessere di partito, prima di questa.
Lascio questa tessera perché il PD locale, di Pistoia, è governato da una oligarchia di arrivisti provenienti dai partiti precedenti al PD e disposti a tutto per continuare la propria carriera personale. Non c’è alcuno spazio per fare alcunché. Le uniche attività ammesse sono “correre per la data poltrona”, “aiutare tizio a correre per la data poltrona”, “danneggiare caio nella corsa alla data poltrona”. Fine. Tutto il resto è, o ininfluente, o visto comunque per gli effetti che può avere per la carriera di qualcuno.
Questo è quanto ho verificato in prima persona, senza partire da pregiudizi su tizio e caio. In vista delle prossime Elezioni comunali, il carrierismo spregiudicato si appresta a festeggiare la sua apoteosi. Quindi, tanti saluti. Ho di meglio da fare che sprecare tempo a fabbricare foglie di fico per gli arrivisti.
Chi, avendo visto come me le cose di cui ho appena scritto, decide tuttavia di restare dentro il PD a contrastare l’egemonia dei giovani carrieristi (che sono peggio di quelli vecchi), ha le sue valide ragioni che comprendo bene. Non esco dal PD perché mi fa schifo vedere l’ipocrisia quotidiana e spudorata; è politica, figuriamoci! Esco perché credo di poter fare di più dall’esterno; e credo di aiutare le molte persone perbene che ci sono in questo partito, e che ci resteranno, denunciandone le degenerazioni.
E poi il panorama della politica sta cambiando. Crisi dei partiti, della rappresentanza, della democrazia. Nodi che vengono al pettine come effetto di una crisi economica alla quale la politica non è in grado di dare risposta: troppi politici sono incompetenti, incapaci o disonesti. E sono i partiti così come sono diventati che fanno sì che incompetenti, incapaci e disonesti facciano luminose carriere. Non si tratta di “mele marce”. E credo che anche in PD subirà le conseguenze di tutto ciò.