Traparenza preventiva: proposte per il PD

Ripropongo e amplio l’intervento che ho mandato al “Tirreno” di Pistoia a Luglio; lo ripropongo in occasione della decisione della Commissione nazionale dei Garanti del PD che ieri ha sospeso Filippo Penati dal partito. Non entro nel merito di quella decisione se non per ricordare che è stata presa dopo aver esaminato tutte le carte disponibili e ascoltato il diretto interessato.

Vorrei invece invitare il PD, a principiare da quello di Pistoia, ad andare oltre i gesti di tardiva riparazione che, come nel caso di Penati, si fanno – doverosamente – per salvare il salvabile.

Vorrei invitare il PD a cercare di riconquistare un po’ della fiducia perduta a causa di pochi singoli dirigenti. Occorre sciogliere tutte le ombre, perché nell’ombra le colpe di pochissimi gettano sospetto anche sugli altri.

Occorre quindi una dose gigante di trasparenza.

Propongo che tutti i dirigenti e gli amministratori del PD rendano pubblica la loro dichiarazione dei redditi e la loro posizione lavorativa;
che lo stesso valga per tutti i nominati nelle aziende partecipate e nelle cariche ASL di nomina politica;
che lo stesso si faccia anche per tutti gli iscritti PD che hanno cariche nel sindacato.
Sono dati in parte già pubblici. Andrebbero solo integrati e pubblicati in modo organico online.
A che servirebbe? A togliere preventivamente possibile ombre. E a diminuire un po’ la distanza tra chi fa attività politica e chi nella politica e nei politici non ci crede più.

Propongo infine che siano resi pubblici gli elenchi degli iscritti.

E poi, come già detto, ripropongo che siano resi pubblici nomi e cifre di chi ha dato contributi al PD, così come chiedevo a luglio:

La cosiddetta “questione morale” diventa più pesante quando l’economia arranca. In soldoni: il politico che ruba indigna di più quando persone, famiglie e aziende faticano ad andare avanti.

Per il Partito Democratico, poi – quando è toccato da vicende giudiziarie – quella indignazione è accresciuta dal fatto che il PD dovrebbe storicamente essere proprio dalla parte di quelle famiglie e aziende in difficoltà.

Le recenti cronache riguardandi dirigenti nazionali del PD quali Pronzato e Penati hanno riacceso quella indignazione proprio in un momento in cui il Partito di Bersani è in recupero nei sondaggi. 

Come può il PD mostrare che la stragrande maggioranza dei suoi dirigenti e amministratori locali è composta da gente perbene? Da semplice iscritto ed elettore, vorrei avanzare una piccola proposta, rivolta soprattutto agli organismi locali: rendiamo pubblici tutti i finanziamenti che il PD riceve, a livello comunale, provinciale e regionale. Mostriamo più trasparenza di quella richiesta dalla legge. Più trasparenza degli altri partiti. Sùbito. 

Si rendano note le liste di coloro che dànno contributi volontari al PD, compreso l’ammontare di ciascuno di quei contributi: persone, ditte, associazioni.

Spazziamo via dal nostro territorio le ombre provocate da quei fatti di cronaca recenti e da quelli più vecchi (chi non ricorda le intercettazioni telefoniche in cui l’Assessore Cioni chiede all’imprenditore – cui sta concedendo di costruire il nuovo stadio di Firenze – soldi per la sua prossima campagna elettorale?). 

Qualcuno obbietterà che, così facendo si perderanno i contributi di coloro che non gradiscono tale pubblicità. Può darsi. Ma la stessa pubblicità delle liste dei contribuenti viene attuata (per legge) quando i contributi vengono dati ad un candidato sindaco in campagna elettorale. Dov’è la differenza?