La scuola dei non cittadini

Oggi c’è la manifestazione in difesa della scuola pubblica, provocata dalle manovre diversive di Berlusconi.

Ciò mi dà lo spunto per metter qua una considerazione che faccio da anni: come mai i Governi che si sono succeduti dal ’46 ad oggi hanno sempre rinunciato ad utilizzare questo importante strumento – la scuola pubblica dell’obbligo –  per formare dei cittadini consapevoli ed informati sulle regole  di base della democrazia e dello stato di diritto?

Oddio, in realtà non so come stiano le cose oggi – nella pratica, non nei programmi – ma 30-40 anni fa, quando ho frequentato elementari e medie inferiori, nelle scuole italiane c’era solo un’oretta di Educazione civica infilata nell’orario a discrezione dell’insegnante di Lettere.

Lo Stato italiano, insomma, ha declassato e ignorato la formazione dei futuri cittadini ed elettori proprio sulle materie che occorrerebbero loro per essere cittadini ed elettori consapevoli.

Non voglio dire che lo stato attuale, disastroso, della partecipazione alla vita democratica sia conseguenza di quella sola scelta, però forse la situazione sarebbe un po’ diversa se la scuola dell’obbligo avesse insegnato ai futuri cittadini gli equilibri dell’architettura costituzionale, le basi del Diritto, la necessità della separazione dei poteri e così via. Non lo si è fatto, ed oggi la demagogia ha più spazi per attecchire.