I congressi da inventare

Dentro un partito, il congresso è il luogo deputato allo scontro e al confronto. Durante il congresso ci si deve affrontare; o, meglio, dovrebbero confrontarsi e misurarsi posizioni e idee diverse. Lo si dovrebbe fare, certo, ricercando l’unità e la sintesi; ma non evitando il conflitto.

Al di fuori della fase congressuale, invece, il confronto non dovrebbe mai essere conflitto.

Il fatto che tendenzialmente, nel PD, avvenga il contrario, mi fa sospettare che questa fase della vita interna di un partito – il congresso, appunto – debba ancora essere assimilata e accettata, almeno nella forma che essa deve assumere nell’àmbito di un partito non monolitico né ideologico, diverso da quelli precedenti, diverso da quelli del secolo scorso.

Ok, con calma. Mica c’è fretta (o sì?).

Un commento su “I congressi da inventare”

  1. Temo che i partiti possano avere una decente vita democratica solo in condizioni eccezionali: dopo una catastrofe, per esempio.
    Poi, è quasi inevitabile che prevalgano logiche “per bande” (per mozioni, se preferisci), perché l’unica cosa chre conta è conquistare la maggioranza o la rendita di posizione della minoranza.
    Qualcuno si è illuso che nei partiti post-ideologici potesse anadr meglio. Succede il contrario, siamo alla regressione carismatica (a destra e ora anche a sinistra), e alle regole piegate all’interesse del momento.

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