Anche Franceschini lancia l’allarme-regime

L’8 giugno, se ci sarà netto disequilibrio tra maggioranza e opposizione, ci sveglieremo in una repubblica asiatica.” Lo dice Dario Franceschini in questa intervista al Corriere.

Non posso che essere d’accordo, visto che lo scrivo da mesi. Anche se magari quella di Franceschini è solo una strategia di campagna elettorale (la stessa strategia usata da Berlusconi quando, tante volte, ha cercato di spaventare l’elettorato parlando del rischio di mandare i “comunisti” al governo).

E sono d’accordo, e applaudo, anche con queste parole del segreDario: «…Non è un alibi ricordare che, dal ’94 a oggi, ogni partita elettorale è truccata, perché si svolge in condizioni totalmente anoma­le. Se McCain avesse affrontato Obama avendo il controllo delle tv e di una par­te crescente dell’apparato finanziario e produttivo o cento volte in più di fondi per le campagne elettorali, avrebbe for­se perso? Il problema non è solo la tv. In Italia si stanno assuefacendo anche i mondi che contano. Noi siamo ancora qui a contare i secondi che ci dedicano i vari tg, peraltro con un disequilibrio ver­gognoso, ma intanto la tv in questi vent’anni ha costruito un modello socia­le: non ha solo informato, ha formato gli italiani a gerarchie di valore e di com­portamento. Eppure a Berlusconi non basta: attacca Sky, blocca la concorren­za. Il degrado populistico si intreccia con il degrado morale, e comporta un forte rischio neoautoritario».

L’unica obiezione che mi verrebbe di fare è questa: come si concilia, caro Dario, questo allarme-regime con la scelta di votare “sì” al referendum elettorale? (Ricordo anche che il PdL ha dichiarato che, se al referendum vince il “sì”, la legge elettorale che ne risulta non si tocca.)

8 commenti su “Anche Franceschini lancia l’allarme-regime”

  1. Quello che questi signori non hanno ancora capito, e nemmeno la sinistra-sinistra, che i loro elettori si sono scocciati di votarli per garantirgli il comodo ruolo di pseudo-opposizione, e non li voteranno più. Per cui qualcuno dovrà andare a casa.

  2. io credo che l’importanza del controllo dei mass media sia stata sottovalutata fino a pochissimo tempo fa. non che non ci sia stato chi abbia dato l’allarme fin dal 1994, ma il mondo politico, in larga parte, non ha creduto che quello fosse un elemento decisivo, un “potere” che avrebbe dovuto essere regolamentato nella Costituzione (se non fosse che nel 1946 era davvero impensabile).
    tuttora c’è gente che sottovaluta il peso del controllo delle tv nel successo di Berlusconi, e cita le sconfitte subìte dalla destra in questi anni per sostenere tale sottovalutazione; ma questo ragionamento trascura il cambiamento della società italiana dal 1994 ad oggi, cambiamento segnato da una sfiducia sempre maggiore nella politica (dopo la reazione “moralizzatrice” innescata da Tangentopoli) e da un corrispondente degrado della classe politica stessa.
    con ciò voglio dire che il “regime” berlusconiano si è compiuto con le elezioni del 2008, e molti leader politici di opposizione, dall’alto della loro incapacità, se ne rendono conto solo oggi (e neanche tutti).

  3. Tutto vero ma rimane forte la sensazione che non si sia fatto in questi anni tutto il possibile per riportare un equilibrio a livello di informazione (ma non solo). E questo ovviamente non è solo colpa di Berlusconi

  4. Ecco Paolo, la domanda finale è LA domanda. Come tante sono state LE domande in questi 14 anni in cui nulla si è fatto in parlamento per arginare lo tsunami berlusconi. Ora, mi chiedo ingenuamente, cosa pensiamo di poter fare con uno squilibrio di forze in campo tale?
    Come pensiamo di poter portare un benché minimo “contrattacco” allo strapotere culturale del Berlusconismo senza il controllo di uno che sia uno dei mezzi che oggi fanno cultura e creano il consenso?
    Soprattutto come il PD pensa di poter fare qualcosa nel suo splendido “isolamento” di partito autosufficiente?

  5. Sono d’accordo anche io e l’esempio di McCain è perfetto per spiegare il potere di Berlusconi, i MEDIA sono i suoi, attacca Sky e fa pubblicità ingannevoli del (suo) digitale terrestre, a giugno ci sarà da piangere, l’imperatore ha sete!

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