La Direttiva Maroni che mutila il diritto di manifestare è realtà

Come aveva annunciato, il ministro dell’Interno Maroni ha inviato a tutti i prefetti una direttiva che limita “l’accesso dei cortei ad aree particolarmente simboliche sotto il profilo culturale, sociale e religiose” e prevede “forme di garanzia per eventuali danni“.

(Qui il testo integrale della direttiva.)

Un doppio attentato alla libertà di manifestare: una manifestazione in qualunque piazza italiana dotata di chiesa (quasi tutte) sarà perciò autorizzata o negata a discrezione del Pretore; inoltre, se voglio organizzare una manifestazione in un luogo come quelli descritti nella direttiva, dovrò avere i soldi per versare una cauzione (non piccola, si suppone, poiché dovrà servire a pagare eventuali danni).

Risultato: niente più cortei o manifestazioni in luoghi storici, se non organizzate da enti danarosi e graditi alla Prefettura.

Tutto ciò usando come pretesto la manifestazione milanese pro palestinesi conclusasi con una preghiera collettiva in Piazza Duomo (cosa ci sia di male in una occasionale preghiera musulmana in Piazza Duomo a Milano, resta un mistero per chi non ragioni con paraocchi razzisti e/o bigotti).

Credo che su una cosa del genere sia inaccettabile e che si debba farsi sentire, direttamente o dando calci nel sedere ai rappresentanti dell’opposizione. Un bel sit in davanti alle chiese o ai palazzi storici principali di ogni città potrebbe essere un’idea.

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