L’opportunismo della destra italiana

Quando D’Alema ne dice una giusta, beh, bisogna ammetterlo. E quel discorso che ha fatto ieri, sul fatto che AN si prodighi nel mostrarsi più filoisraeliana possibile per “farsi perdonare” le sue origini fasciste, è evidentemente vero per chiunque conosca la storia recente di quel partito. Basterebbe ricordarsi delle visite di Fini in Israele in cui gli esponenti istituzionali di quel paese si rifiutavano di riceverlo (ancora durante il secondo governo Berlusconi, se ben ricordo).

È addirittura una banalità, un’ovvietà, quindi, dire che quella posizione di Fini e dei suoi sia un’opportunistica inversione a U. Ma il fatto è che non lo dice più nessuno, e non lo ha detto nessuno nel corso della crisi mediorentale in corso (mi pare). Il merito del Lider Massimo è di averla ricordata, quella cosa lì; di aver ricordato che lo stesso Fini che pochi anni fa definiva Mussolini “il più grande statista del ‘900” cerca oggi una riabilitazione mostrandosi radicalmente filoisraeliano, attaccando persino la Chiesa sulle leggi razziali del ’39, riconoscendo i crimini (alcuni) del Ventennio.

(Altrettanto opportunistica appare la posizione di quei socialisti o ex socialisti che oggi, anche loro, si allineano alle posizioni del Governo su questo tema: bisognerebbe forse ricordare anche che il PSI di Craxi è stato il più radicalmente filopalestinese dei partiti italiani.)

Un commento su “L’opportunismo della destra italiana”

  1. Ma sai, il cerchio si chiude. Negli anni 80 i frequentatori fasci del Canottieri Lazio si dicevano tutti socialisti craxiani. Oggi sono quasi tutti forzisti.

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