La Buona Novella rivelata ai piccoli editori (anche)

O voi, piccoli editori che lamentate costantemente il problema della distribuzione del vostro catalogo!
O voi che la distribuzione, la distribuzione! Non siamo distribuiti! La mafia della distribuzione! Le Messagger<cough>! Il problema è avere una distribuzione decente! Le librerie prendono ciò che gli dà il distributore! I titoli che vanno al macero dopo sei mesi perché le librerie tengono in magazzino quasi solo le novità!
E anche voi, criptoscrittori che posso anche stamparmelo da me, ma poi la distribuzione? E gli editori a pagamento ovviamente non si interessano della distribuzione!

Rallegratevi!
Potete pubblicare e vendere in formato ebook!

Infatti – è ovvio ma sembra che non tutti se ne rendano conto – con gli ebook
LA DISTRIBUZIONE SCOMPARE.

Puf! Sparita! Non serve più. Niente più magazzino o macero. Siete presenti nei punti vendita di tutto il mondo al pari dei grandi editori (ok, con minor visibilità, però ci siete).

Ah, questo non basta a convincervi a fare un catalogo in formato ebook? Avete timore delle copie?
Vabè, e allora andate aff… ehm.

4 commenti su “La Buona Novella rivelata ai piccoli editori (anche)”

  1. ah, ok, questa cosa dei diritti della riproduzione digitale non la sapevo. per il resto: se tu vedi l’ebook reader solo come un mezzo di trasporto hai ragione. ma io credo che sia più interessante l’acquisto delle novità ad un prezzo di circa la metà di quello del cartaceo. (a parte il fatto che, se ti fai le scansioni dei tuoi libri, voglio proprio vedere chi ti viene a perseguire!)

  2. eh ma sai se prendo un ebook *solo* per leggere libri che non ho è un po’ uno spreco, nel senso che io ho ancora un casino di libri cartacei che voglio leggermi, farne una scansione mi costa qualche oretta e poi me li porterei dietro. se invece devo portarmi dietro sia i libri cartacei, sia l’ebook, boh, si perde una parte della bellezza.

    per gli editori: eh no, agli editori costa eccome. afaik la cessione dei diritti di autore *non* comprende (a meno che non sia specificata) la cessione dei diritti di autore digitali. il che vuol dire che se io laterza ho a catalogo un migliaio di libri di cui possiedo i diritti di stampa e voglio farne degli ebook, devo *ricomprare* i diritti di sfruttamento digitale di tutti quanti.

  3. non ho capito ‘sta cosa della normativa italiana che non fa scansionare. perché dovresti scansionare i libri che possiedi? l’ebook reader serve per leggere cose che non possiedi e che ti compri in formato e-book. quanto al formato proprietario, bah, quello si craccka, se occorre. a me preoccupa più il rischio di perdere dati per deterioramento o difetto dei supporti magnetici.

    cmq continuo a non capire perché gli editori italiani non producono il formato elettronico dei loro libri. la domanda è scarsa? e vabbè, ma il costo è irrisorio (per l’editore) e sarebbe un investimento promozionale sul futuro. hanno paura della pirateria? vabè, e nel resto del mondo come fanno? nel mercato della musica come fanno? una quota fisiologica di pirateria fa da promozione, in realtà.

    quanto agli autori, anche oggi lo scrittore che si mette sul mercato senza il filtro di un editore (un editore vero, non uno a pagamento) si squalifica da solo (oltre a non essere distribuito).

  4. ci saranno dei problemi: sparendo l’editore, per il criptoscrittore, sparisce anche il vaglio della redazione, editing e soprattutto la promozione. l’editore secondo me sta a guardare le vendite, io non so quanti e-book ci siano ancora in giro, ma sono numeri poco rilevanti rispetto al numero di libri cartacei venduti; la direzione è quella e l’unica cosa che mi impedisce oggi di prendermi un cybook o un iliad è il mio c/c, ma -anche parlando da lettore e non da scrittore- ci sono dei ma: l’attuale normativa italiana mi impedisce di scansire anche solo una pagina delle centinaia di libri che possiedo, il che vuol dire che l’e-book diventa un mezzo per leggere cose che magari possiedo già e devo ricomprare, il che ne limita (oggi almeno) le potenzialità. e poi la paura del formato: io posso oggi leggere un libro stampato nel 1500, ma non so se potrò leggere tra cinque o sei anni un libro comprato oggi in un formato proprietario.

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