No, che una volta, in agosto, se stavi in città, almeno c’era quella desertificazione straniante per cui c’era gente che spariva, altra che ritrovavi dopo anni (e con la quale scattava quella fraterna solidarietà dei compatrioti che si incontrano nel medesimo campo di prigionia); il traffico si mutava in una sorta di nomadismo da dopo-bomba; i negozi usati eran chiusi e toccava scoprirne di altri, remoti e mai sospettati. Era come vivere in un’altra città, il che, insomma, un po’ poteva dare l’impressione di esserci andati, in vacanza: una vacanza in un luogo non proprio turistico (*) ma decisamente misterioso. Persino i programmi tv sembravano teletrasportarti in un’altra epoca.
(*) A meno che uno non abitasse in una città superturistica, ok, problemi suoi.
Me 30kg di cagnetta che 30 kg di pigne nel culo.
milo, infatti. anche se le possibilità sono limitate dal fatto che io mi muovo con 30kg di cagnetta appresso. 🙂
mi dimentico sempre che splinder non firma per me…. sono milo, ciao
molto semplice, vai (vieni) a trovare gli amici che abitano in città diverse dalla tua… il massimo son quelli/e che hanno appena traslocato, così la casa ti sembrerà due volte aliena 😉
adesso invece, i centro commerciali non chiudono mai, la gente in vacanza ci va meno, il traffico, boh, si nota appena la differenza. come faccio a fare ferie? eh? eh?
adesso invece…
occhio alle pigne nel culo.
occhio che in città girano quelli di studio aperto.