Ciliege per Oriania

(Sull’apparente errore nel titolo del romanzo postumo della tizia, lì, la fanatica schizzata)

Dai Ritagli di .mau.: "La Crusca accetta obtorto collo “ciliege” senza i. Vedi proprio in fondo.
All’uopo vorrei aggiungere che la regola che noi tutti abbiamo imparato a scuola (“se la lettera prima della desinenza -cia o -gia è una consonante, la i al plurale si perde; se è una vocale si mantiene”) si direbbe un’invenzione della seconda metà del XX secolo. Se non sbaglio il Serianni nel suo
Prima lezione di grammatica spiegava che la vera regola sarebbe “se in latino c’era la i, la si mantiene anche al plurale”".

Sono decenni che predico che non si possono dirimere questioni sulla lingua italiana senza avere sottomano il Devoto-Oli; il quale riporta indifferentemente le due versioni (-e, -ie), nonché – altra dote del dizionario in questione – una traccia di etimo: ciliegia viene dal latino tardo cerasia, -ae (il latino classico attesta invece sia cerasium, -ii che cerasum, -i). Dixi. 😉