La ricerca senza motori

In questo romanzo, Rainbows end (che sto leggendo e sono tipo a metà), c’è l’Università della California (San Diego, non Los Angeles) che ha dato in appalto la digitalizzazione di tutta la sua sconfinata biblioteca. Il libro si svolge nel futuro, verso il 2025. Bene, questa ditta che fa la digitalizzazione usa un metodo oltremodo efficiente: passano tra gli scaffali con un defogliatore, aspirano e sminuzzano tutti i libri e poi i frammenti vengono letti automaticamente e un sistema di analisi ricostruisce i testi. E quindi la carta triturata finisce al macero.
Un gruppo di studenti, capitanati da alcuni vecchietti, protesta contro la distruzione dei libri cartacei; altri sono d’accordo, argomentando che la digitalizzazione globale dei fondi bibliotecari è necessaria: si cerca in tal modo di contrastare una tendenza sempre più evidente, cioè quella a studiare, utilizzare e citare solo il materiale disponibile online, ignorando il resto anche nelle ricerche più specialistiche e approfondite.

Ecco, un pochino è già così.

Snoblog(*)

Sto scoperchiando acqua riscaldata più volte, mentre dico che tra i blogger della prima ora c’è uno snobismo tipo studenti di terza liceo verso studenti di prima.
Costoro, gli snoblogger, parlando tra di loro, lasciano cadere parole come "***Camp" o "***Rodeo", e nessuno di loro(**) che si degni di mettere un link o una parola di spiegazione(***), neanche i raduni suddetti fossero convegni carbonaro-epicurei e non meeting ove più gente partecipa meglio è.

(**) Naturalmente tale reticenza va riferita solo ai blog che io leggo: citazioni del prossimo BarCamp, per dire, ne ho trovate parecchie; ma un link l’ha messo solo Phonkmeister.


(***) Naturalmente basta usare Google per trovare ogni informazione, ma è il principio che stride.


(*) Notare la parola-valigia fatta usando due parole-valigia.


Aggiunta relativamente pertinente e incompleta (altra acqua calda brevettata)


La blogosfera italiana è fatta da una manciata di sfere più piccole quasi disgiunte; non starò ad entrare nel merito di blog Msn, blog MySpace, forum individuali tematici etc.; ma nel complesso poca roba.
Se poi si va a guardare quanti blog "di qualità" ci sono (cioè che fanno informazione, monitoraggio di àmbiti specifici e corsivi non banali), allora si scende probabilmente ad una cifra tipo dita-di-una-mano (e con una certa generosità).
Per certi versi la cosa è bizzarra: è vero che fare un blog di qualità è tutt’altra cosa dal tenere blog personali da flaneur logorroici come il mio; il blog che fa informazione alternativa è una roba che va fatta come lavoro (al limite come secondo lavoro) e con più persone: ci vuole un mercato pubblicitario abbastanza ampio e sveglio da dare sufficienti entrate per mantenere tali strutture (e dubito che in Italia ci sia).
(…)

Legge 194: gli episodi della nuova stagione

"Adesso, sai che c’è, donna immorale e di facili costumi che mo vòi aborti’? C’è che te famo aborti’ e poi rianimiamo il fet… bambino. E se te non sei d’accordo è uguale, ciavevi da pensa’ prima. Sì, vabbè, puoi pure protesta’ ché tanto il Santopadre ha deciso che se fa così. Ah, nun le fa il Santopadre, le leggi, dici? Sì, mo c’è pure la campagnelettorale, vòi vede’ se nun fanno tutto quer che vòle, er santopadre? Ahbbella!"

(Sigla: "Piccola storia ignobile")

Ebook sharing

Issuu non è un thesaurus della lingua sarda bensì un sito che fa per i documenti pdf quello che Flickr fa per le foto e YouTube per i video – quasi. Si caricano i propri file e si possono scaricare quelli altrui(*) e leggere quelli altrui. Interessante per gli ebook (anche se il pdf non è un formato comodo): anche se dipende da quanta solerzia useranno per togliere i file (e bannare gli utenti che li hanno caricati) protetti da copyright.

issuulogo
Il mio account (si vede solo facendo il Sign up, credo).   


(Trovato via 8,49’s tumblr.)

(*) No, mi sa che scaricare non si può. Non è previsto, almeno. Poi magari, con un po’ di ingegnoware...