Autoref.

Avendo portato a compimento nella giornata di jeri gran parte degli impicci, delle cure e dei travagli che su di me damocliani incombevano da mesi, ho deciso che oggi non ho una verga di daffare. Ciò spiega, a mio avviso, il proliferare di post datati oggidì che vanno infestando questo incolpevole blog sin dalle prime luci del pomeriggio (sic), infino al deprecabile oltraggio di un post che giustifica il numero dei post ad esso coevi, incrementando nel contempo quello stesso numero. Acché tale abbrutimento? Non havvi forse lo Tuìttero a ciò per sua natura istessa atto? Ay decadenza!

Incameriamo Ogni Ricchezza

Estratti dall’articolo di Curzio Maltese sullo IOR (e, in fondo, un ricordo personale)

"Attraverso questa cruna dell’ago passano immense e spesso oscure fortune. Le stime più prudenti calcolano 5 miliardi di euro di depositi. La banca vaticana offre ai correntisti (…) rendimenti superiori ai migliori hedge fund e un vantaggio inestimabile: la totale segretezza"

[Scandalo Banco Ambrosiano] "Per uscire dal crac che aveva rovinato decine di migliaia di famiglie, la banca vaticana versò 406 milioni di dollari ai liquidatori. Meno di un quarto rispetto ai 1.159 milioni di dollari dovuti secondo l’allora ministro del Tesoro, Beniamino Andreatta."

"Senza contare il mistero più inquietante, la morte di papa Luciani, dopo soli 33 giorni di pontificato, alla vigilia della decisione di rimuovere Paul Marcinkus e i vertici dello Ior."

[Tangente Enimont] "Quando i magistrati di Milano spiccano mandato d’arresto nei confronti di Marcinkus, il Vaticano si chiude come una roccaforte per proteggerlo, rifiuta ogni collaborazione con la giustizia italiana, sbandiera i passaporti esteri e l’extraterritorialità."

"…non impedisce che l’ombra dello Ior venga evocata in quasi tutti gli scandali degli ultimi vent’anni. Da Tangentopoli alle stragi del ’93 alla scalata dei "furbetti" e perfino a Calciopoli. Ma come appare, così l’ombra si dilegua. Nessuno sa o vuole guardare oltre le mura impenetrabili della banca vaticana."

"Il secondo episodio, ancora più cupo, risale alla metà degli anni Novanta, durante il processo per mafia a Marcello Dell’Utri. In video conferenza dagli Stati Uniti il pentito Francesco Marino Mannoia rivela che "Licio Gelli investiva i danari dei corleonesi di Totò Riina nella banca del Vaticano". "Lo Ior garantiva ai corleonesi investimenti e discrezione". (…) Mannoia non è uno qualsiasi. E’ secondo Giovanni Falcone "il più attendibile dei collaboratori di giustizia", per alcuni versi più prezioso dello stesso Buscetta. Ogni sua affermazione ha trovato riscontri oggettivi. Soltanto su una non si è proceduto ad accertare i fatti, quella sullo Ior."

"Sulle trame dello Ior cala un altro sipario di dieci anni, fino alla scalata dei "furbetti del quartierino". Il 10 luglio dell’anno scorso il capo dei "furbetti", Giampiero Fiorani, racconta in carcere ai magistrati: "Alla Bsi svizzera ci sono tre conti della Santa Sede che saranno, non esagero, due o tre miliardi di euro"."

"E’ difficile per esempio spiegare con esigenze pastorali la decisione del Vaticano di scorporare le Isole Cayman dalla naturale diocesi giamaicana di Kingston, per proclamarle "missio sui iuris" alle dirette dipendenze della Santa Sede e affidarle al cardinale Adam Joseph Maida, membro del collegio dello Ior."

"Fornire cifre precise è, come detto, impossibile. Le poche accertate sono queste. Con oltre 407 mila dollari di prodotto interno lordo pro capite, la Città del Vaticano è di gran lunga lo "stato più ricco del mondo", come si leggeva nella bella inchiesta di Marina Marinetti su Panorama Economy. Secondo le stime della Fed del 2002, frutto dell’unica inchiesta di un’autorità internazionale sulla finanza vaticana e riferita soltanto agli interessi su suolo americano, la chiesa cattolica possedeva negli Stati Uniti 298 milioni di dollari in titoli, 195 milioni in azioni, 102 in obbligazioni a lungo termine, più joint venture con partner Usa per 273 milioni."

Ricordo personale. 1993. Processo Cusani. La Rai trasmette quasi tutte le udienze; passano davanti al PM Di Pietro tutti i maggiorenti della politica italiana di allora, alternandosi con meschini e oscuri faccendieri, passacarte e prestanome. Ma c’è anche, sempre, l’imputato principale, Sergio Cusani.
Cusani in parte collabora, 
in parte conferma i nomi dei complici già indagati. Si guadagna un certo rispetto da parte di Di Pietro pur opponendo molti "mi avvalgo della facoltà di non rispondere".

In una puntata tra le ultime, si arriva al dunque, alla provenienza di parte del denaro della tangente Enimont; Cusani è un intermediario: chi sono i suoi "mandanti"? In gran parte sono noti: vertici dell’Eni e della Montedison, PSI, DC, altri faccendieri e intermediari. Ma in un punto preciso dell’interrogatorio Di Pietro chiede a Cusani da dove provengono certi soldi. Cusani resta in silenzio, abbassa la testa, riflette. Di Pietro chiede all’aula di non rumoreggiare: "Silenzio, sta soffrendo!".
Dall’insieme del processo era emerso con chiarezza che quest’ultimo complice nell’affare Enimont era il Vaticano, ed è questo che Di Pietro sta chiedendo a Cusani di confermare. Cusani è combattuto: collaborando avrebbe sicuramente un grosso sconto di pena. Invece, alla fine, tace. E si prende 5 anni e 6 mesi.

Veltroni 1+2

Una delle due ipotesi che Veltroni ha appena prospettato a Napolitano prevede di fare un governo a termine che affronti solo 3 punti: 1) Riforma elettorale; 2) Salari; 3) Costi della politica.

Ora, questi tre punti non sembrano, come dire, dello stesso peso.
Cioè, il primo ha senso: è logico rimandare le elezioni per modificare una legge elettorale che ha prodotto la debolezza del governo uscente e anche la crisi(*). Va nell’interesse del Paese.
Gli altri due, salari e costi della politica, sono pura propaganda; il che, tuttavia, ha un senso: se cambio la legge elettorale e poi devo affrontare l’elettorato mi conviene avvantaggiarmi nella campagna elettorale.
Va nell’interesse di chi sale sulla barca del governo.

Oltretutto questi due punti demagogici si prestano bene ad eventuali colpi di teatro veltroniani.

(*) Che poi, in tanto parlare di riforma della legge elettorale del 21 dicembre 2005, mi pare non si ricordi abbastanza che quella legge fu fortissimamente voluta dal Centrodestra, votata a colpi di maggioranza e annunciata con enfatica sicurezza come una riforma per garantire la governabilità. Cioè, i dirigenti del Cdx di allora erano rimbecilliti? Incapaci? In malafede?
In ogni caso quei dirigenti sono gli stessi di oggi.

Ebook nuovi – italiani – sconosciuti – ggiovani

Qua ci sono un sacco di ebook italiani; cose recenti, non solo i soliti classici coi diritti scaduti.
Però in massima parte sono testi di gente a me sconosciuta: riviste, sottobosco editoriale, giovani/issimi – anche qualche autore abbastanza noto, ma pochi.
Mi ci vorrebbero delle fonti affidabili (=sintonizzate sui miei gusti) che mi dicessero cosa val la pena di leggere, in quel catalogo.

Giovanilismo

Mi ribolle da tempo una protesta radicale: il ringiovanimento della classe politica, continuamente invocato qua e là, è una cazzata pazzesca (quasicit.) e autolesionista!
Un politico 65enne (o 70enne, o anche 80enne) è in genere enormemente più capace di un 45enne o 50enne. A parità di intelligenza e capacità e volontà, l’esperienza è il parametro che fa la differenza; e per un politico o uno statista (mestieri che si imparano solo praticandoli) quella differenza è enorme!
Desiderare di essere governati da persone con poca esperienza in materia è autolesionistico – o, meglio, pura demagogia.

Poi, se si parla di ringiovanimento della classe politica intendendo invece un ricambio della medesima, quello è un altro discorso: il ricambio sì, quello è cosa utile. E ce ne sarebbe anche bisogno, come già stigmatizzava Nanni Moretti in piazza Navona qualche anno fa.
Il fatto è che la politica italiana sta ancora pagando dazio per quel ricambio radicale e forzato che avvenne con Tangentopoli: ovvio che un terremoto di quella portata abbia prodotto poi un blocco "fisiologico" del naturale avvicendamento delle figure di spicco del panorama politico – e anche la successiva, estrema personalizzazione della politica ha contribuito in tal senso.
Passati 15 anni, l’avvicendamento è decisamente auspicabile; il ringiovanimento decisamente no.
Ecco, l’ho detto.

Ebook reader: risultato prova

Ho iniziato ad usarlo, come dicevo, questo Sony ebook reader. L’ho sottoposto al più severo dei collaudi: la lettura serale a letto.
Bon, direi che funziona. Riesco a seguire la lettura dimenticando cosa ho in mano; anzi, a fine pagina mi vien fatto di cercare l’angolo in alto a destra per girarla. Il display non è stancante, però va illuminato bene.
Ho qualche fastidio a leggere testi non giustificati (inevitabile se si caricano file in formato txt); dovrò trasformarli in rtf giustificati.
Anche i testi in pdf possono creare problemi: la dimensione della pagina è fissa, in quel formato; dunque si possono ingrandire solo di poco; e ciò, se l’impaginazione originale è su un formato grande, tipo A4, fa sì che il corpo del carattere, una volta caricato il file sul reader, risulti minuscolo e illeggibile. Un programmino che estragga il testo da un pdf è utile.

Al momento sto leggendo, sul reader, "Rainbows end". E tra l’altro – fin qui – mi pare un ottimo romanzo. (È scaricabile gratuitamente qui.)

Avantologia

Tanto per dire, as usual.
Che differenza c’è tra votare subito e votare, diciamo,  a settembre?
Ok, ce ne sono più d’una. Tra le altre, l’ingorgo istituzionale e le sue diverse soluzioni.

Infatti il Presidente della Repubblica è stato eletto a maggio 2006. Il suo mandato scade a maggio 2013.

Ora, se si vota a aprile-maggio il Parlamento che ne uscirà avrebbe mandato fino a aprile-maggio 2013. Quindi il prossimo Presidente della Repubblica, in tal caso, sarebbe eletto non dal prossimo Parlamento ma da quello successivo.

Se invece si vota a settembre, il mandato parlamentare scadrebbe a settembre 2013; dunque il prossimo Pres. della Rep. sarebbe eletto dal prossimo parlamento.

Secondo me uno come Berly, che al Quirinale punta con forza, a queste cose ci pensa. E gli conviene votare a settembre.