Dopo aver esperito, negli ultimi mesi, gran parte dei più noti videogame in circolazione (online e non) ed esserne uscito sostanzialmente incolume, ecco che inaspettatamente sono finito nel baratro di War of Warcraft.
Conto che l’esperienza già accumulata mi eviti stati di dipendenza come quello che afflisse Niccolò Ammaniti.
11 commenti su “Toccare il fondo”
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🙂 ero più un Morrowindiano
No, è il sesso, inteso come genere. Alla sesta insufficienza del mio figliolo ho sradicato joysticks, memory cards e le ho seppellite insieme al portatile in una buca custodita da un drago mannaro.
i videogame non necessitano moneta.
credo di essere stato vivo senza alcuna pausa, deb. 😛
sabry, neanche a me. bleah. ma esplorare un ambiente quasi sconfinato relaizzato con una buona grafica ha sempre un certo fascino. sarà l’età ? 😀
No… il genere fantasy non mi attira nemmeno un po’…. passo*
ah…ma allora sei ancora vivo!
e tu perdi tempo coi videogames?
ci s’ha il flipper di quelli bordati di legno. e anche il gioco delle buche.
secondo me in qualche bar di pistoia devono avere ancora il flipper.
il fatto è che sia io che Ammaniti abbiamo il problema di avere molto tempo libero. se non dovessi tornare venitemi a cercare a Kalimdor.
fabbrons, te hai giocato col tuo aspetto reale, suppongo; cioè tipo rabid whistle bear.
Anche Ammaniti aveva affermato: “Conto che l’esperienza già accumulata mi eviti stati di dipendenza come quello che afflisse Cristiana F.”…
ne sono uscito dopo un anno e mezzo.