Rêve

Stanotte – o stamattina, boh – ho sognato che M.me Royal stravinceva il primo turno col 52% dei voti, lasciando al pulotto Sarkozy e al democristiano Bayrou circa il 20% cadauno; un altro candidato, nell’ombra  non identificato (Le Pen, di sicuro), racimolava  quasi tutto il resto.

Bizzarra cosa: non seguo la politica interna francese da mesi. E ciò che giugne d’oltralpe, sulla stampa italiana, è all’incirca roba da Novella2000; al limite da Epoca o Gente (non so manco se queste testate esistano ancora, a dire il vero)

Comunque tra un mese la realtà delle presidenziali francesi 2007 sarà di sicuro parecchio diversa, sia dando retta ai sondaggi, sia facendo due conti. Moan!

Perché non provare?

Perché non provare…

…A rispondere al cellulare dicendo il proprio numero?

…A infilarsi dietro a qualcuno in una porta girevole?

…A vivere la propria vita in ordine alfabetico?

…A misurare la difficoltà di giochi e enigmi in Unità del Cubo di Rubik?

…Ad essere gli occhi e le orecchie di qualcuno che ci vede e ci sente benissimo?

…A in tedescacostruzionefrase parlare?

…Ad agitare il denaro appena prelevato dal bancomat saltando e gridando "Ho vinto! Ho vinto!"

…Ad aprire il proprio micro blog dentro i commenti del blog di qualcun altro?

…A fingere che i titoli dei romanzi siano titoli di serie tv, ed immaginare un corrispondente soggetto e adeguati personaggi?

…A scrivere lettere indirizzate ad una buca delle lettere?

…A cedere il proprio posto in piedi sull’autobus?

Eccetera. Su WhyNotTry?

Vecchie canzoni

Pollution

La portata di un condotto
è il volume liquido
che passa in una sua sezione
nell’unità di tempo.

E si ottiene moltiplicando
la sezione perpendicolare
per la velocità
che avrai del liquido.

A regime permanente
la portata è costante
attraverso una sezione
del condotto.

(Franco Battiato, 1972)

House MD

…Che poi, tra l’altro, quanto saranno fetenti questi di Mediaset? Dopo aver spippolato gli ultimi episodi di Doctor House trasmettendoli uno alla settimana e cambiando sempre giorno, ti troncano lì la programmazione lasciando in sospeso ‘sta storia co’ ‘sto poliziotto fetente che vuole buttare in galera il Nostro!

Ma io mi vado a leggere le trame in rete e mi scarico gli episodi originali con eMule, ecco cosa faccio! Tzè! Pfui! Sgrunt.

Anzi, come vada a finire la vicenda col fetente poliziotto Tritter l’ho già guardato qua. Ecco.

Esoap opera

Quando il lupo arrivò al club "Il rivo", l’agnello era già stravolto per i troppi daiquiri, ma il suo cardigan bianco appariva ancora perfetto e le scarpe di vernice nera brillavano nella penombra.
"Dobbiamo parlare, non credi?" – disse il lupo avvicinandosi al bancone.
"No, non credo. Non intendo parlare con te." – disse l’agnello con un sorrisetto. E aggiunse, rivolto al barman: "Jim! Un altro"-
"Non credere di cavartela così!", insistette il lupo minaccioso. "Lo sai bene che tu in questo club non ci devi mettere piede!"
"Non so di cosa parli" – rispose l’agnello. "E non do fastidio a nessuno."
"Ah, non lo sai, maledetto bastardo? Ti sei già dimenticato di ciò che hai fatto a Kristen sei mesi fa?! E dell’incidente di Cheryl? E della sorella di Wendy?! Come puoi essere così!" – gridò il lupo.
"Non sono affari tuoi" – rispose sprezzante l’agnello.
"Invece lo sono…" – replicò il lupo estraendo una pistola.
"Ehi! Sei diventato pazzo?! che intenzioni hai?" – proruppe l’agnello vedendo l’arma.
"…Sono anche affari miei…" – proseguì il lupo sparando tre colpi contro l’agnello. "Perché io sono TUO PADRE!"

Darts-lit

Sul Domenicale u.s., un anonimo corsivista ironizza sull’ultima sparata del critico Antonio D’Orrico (col quale in genere sono in disaccordo a prescindere): un sapido trafiletto a pagina 31 (intitolato "Il post-Piperno è iniziato a Capalbio") evidenzia infatti l’umorismo involontario con cui il D’Orrico ha recentemente annunciato l’inizio di un nuovo filone delle italiche lettere; il Postpipernismo (dal nome dell’autore del best seller "Con le peggiori intenzioni").

Tale -ismo sarebbe in pratica esemplificato dal secondo romanzo di Leonardo Colombati (già osannato, nella sua nicchia, da Giulio Mozzi e altri web-critici per il precedente libro, "Perceber"), ovvero "Rio".

Ora, io di Piperno ho letto pochissimo e quel poco mi dà l’eczema; di Colombati non ho letto né il primo né il secondo libro; e D’Orrico le rare volte che lo leggo mi fa ridere di gusto. Da ciò risulterà evidente il mio scarso interesse verso l’inesistente postpipernismo e anche verso i libri dell’incolpevole Colombati, candidato fin d’ora ad entrare nella mia personale lista dei "Non l’ho letto e non mi piace" (in buona compagnia).

Intellettualoidi

Nell’ordinare su Ibs le 100 poesie di Mari, ho aggiunto al pacchetto il divertente libretto che Paolo Mauri ha recensito, una settimana fa, nell’inserto libri de La Repubblica: "Intellettualoidi di tutto il mondo unitevi", di Corinne Maier.
La rece mi ha lasciato tuttavia una perplessità: Mauri, citando la Maier, parla della cosiddetta ‘beffa di Sokal’; poi dice che la tesi del libro è che ci sono pseudointellettuali che nascondono dietro parole forbite e discorsi contorti e incomprensibili la propria pochezza. Bene, ma Sokal ha mostrato una cosa molto diversa: ha mostrato cioè che ci sono discipline che, per propria natura e anche ai massimi livelli, amano il parlare contorto, ambiguo e massimamente oscuro al punto da non saper distinguere un testo assolutamente privo di senso da uno significante, seppur criptico (cfr. Sokal e Bricmont, "Imposture intellettuali").
Insomma, la Maier (che credo scriva soprattutto librini divertenti dalle miti pretese, per la cronaca), a quanto ho capito, fa le pulci ai parvenu del mondo culturale; mentre Sokal ha smascherato una parte assolutamente accademica e ufficiale di quel mondo.

Ok, quando mi arriva vedrò se, come probabile, sono io che non ho capito UBM.