6 commenti su “Violeta”

  1. Esiliata del Sud – Patricio Manns, Violeta Parra

    Ho lasciato un occhio a Los Lagos

    per un disguido casuale;

    l’altro è rimasto a Parral

    tra i vini di un’osteria.

    Ricordo che molte stragi

    da bimbo vide l’anima mia;

    miserie e tradimenti

    annodano i miei pensieri.

    Tra le acque e il vento

    mi perdo in lontantanza

    Il mio braccio destro a Buin

    è rimasto, gentili ascoltatori.

    L’altro dalle parti di San Vincente

    è rimasto, non so a quale scopo.

    Il mio petto a Curacautín

    lo vedo in un giardinetto,

    le mani, a Maitencillo

    salutano Pelequén.

    La camicia a Perquilauquén

    raccoglie pesciolini.

    Mi si impigliò a San Rosendo

    un piede svoltando dietro un angolo.

    L’altro nella Quiriquina

    mi si è sprofondato nel mare.

    Il mio cuore scontento

    batté con pena a Temuco

    e ha pianto a Calbuco

    di freddo, per una gelata.

    Vado e dirigo il passo

    al pendio di Chacabuco.

    Lascio i miei nervi a Graneros

    il sangue a San Sebastian,

    e nella città di Chillán

    la calma mi scese a zero.

    I miei reni a Cabrero sono

    distrutti da una passeggiata

    e in una strada di Itata

    mi si è rotto lo strumento.

    E tiro dritto per Nacimiento

    una mattina d’argento.

    Sbarcando a Riñihue

    Han visto Violeta Parra

    senza corde nella chitarra

    senza foglie nel colihüe.

    Uno stormo di chirihue

    Le venne a dare un concerto.

    Traduzione ad opera del gruppo Nueva Cancion Chilena In Italia

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