Mi chiedo se su qualche giornale italiano uscirà un pezzullo per ricordarla…
La sagace pulzella ha chiuso il suo blog da mesi. E ora come ora avrei letto volentieri le sue dissacrazioni, declinate al passato remoto, riguardo alla base americana da ampliarsi nella sua città.
Scrivevo pochi iuorni addietro d’aver avuto rivelata la risposta alla domanda "Perché devo trascrivere subito i nuovi numeri di cellulare sull’agendina quando posso farlo domani?".
Bene, la risposta ("Perché oggi perderai il tuo telefonino") era falsa.
Infatti ho recuperato sia il numero che la rubrica, ed infino il telefonino (grazie ad un brav’uomo che l’ha trovato e portato ai Vigili Urbani, e al quale mi accingo a recare una bottiglia di Berlucchi Brut come ringraziamento).
Quindi, niente: la rubrica cartacea può aspettare.
La Lipperini ieri su Repubblica ha avuto una colonnina per dire che l’ultimo libro di Stephen King ha "lo statuto del capolavoro" (pendendo dalle labbra messianiche di quel grande comico involontario di WuMing1, come al solito).
Non so, son cose che trovo irresistibili. Pagherei per leggere il commento in merito dello sceneggiatore di Doctor House (che ieri m’ha pure cavato due o tre risate rumorose).
A meno che il vescovo di Varsavia non faccia la spia, è chiaro.
La domanda era: Perché devo trascrivere subito i nuovi numeri di cellulare sull’agendina quando posso farlo domani?
La risposta è: Perché oggi perderai il tuo telefonino.
(Proprio vero che le Grandi Risposte son le più semplici.)
(Ovviamente chi aveva il mio numero ora non ce l’ha più, come io probabilmente non ho il suo.)
(%**#§§&$$@!!!)
Paolo Conte ha 70 anni
Domani l’avvocato Paolo Conte, da Asti, fa 70 anni (Umberto Eco, da Alessandria, ne fa oggi 75; ma che c’entra?). Vorrei fare un lungo e sentimentale post per l’avvocato Conte, ma – come al solito – mi fa fatica. Magari più tardi.
Intitolare una strada a Bettino Craxi? Spero sia solo un botto di fine anno.
Però, chi lo sa, magari l’opera di riabilitazione del Cinghialone – in corso da un pezzo, al di là delle patetiche sparate della figlia Stefania o dell’On. Chiara Moroni – arriverà anche a quello.
Ciò che non poté la prescrizione legale lo può fare facilmente la rimozione della memoria storica.
Quando è morto, latitante in Tunisia, Craxi aveva sul groppone una situazione giudiziaria da far impallidire Al Capone. Due condanne definitive (una a 5 anni e sei mesi per le tangenti Eni-Sai e una a 4 anni e 6 mesi per la tangenti della Metropolitana milanese), almeno quattro procedimenti ancora aperti (Enimont, Conto Protezione, Evasione fiscale e Enel); tre assoluzioni a Milano (All Iberian, tangenti Cariplo e Finanziamenti festa dell’Avanti) ed una a Roma (vicenda Intermetro). Ed ancora: cinque ordini di custodia cautelare pendenti, di cui due, relativi alle inchieste Enel ed Eni-Montedison, annullati dai magistrati milanesi nel novembre scorso, un terzo convertito in arresti ospedalieri. (da Il Resto del Carlino)
Le condanne ebbero tutte prove e testimonianze a volontà; comprese quello in cui si diceva e si deduceva che i soldi delle tangenti Craxi li usava in buona parte per sé e per la sua corte di faccendieri, "ballerine" e servi vari. Tutto nero su bianco. Sentenze esplicite, al di là della condanna. Testimoni e documenti resi pubblici e passati anche in TV ("Un giorno in Pretura", in una serie di puntate storiche).
Insomma, Bettino è stato un ladrone, oltre che il primo propugnatore dell’arroganza come metodo di far politica. Un uomo di potere perfettamente inquadrato da Enrico Berlinguer già nel 1976, quando lo definì "un avventuriero" ("Un pugno di avventurieri si è impossessato del PSI"). Altro che povero esiliato perseguitato dal giustizialismo!
Ora, a 7 anni dalla sua morte e a 15 anni da "Mani pulite" può certamente venir meno l’incazzatura e lo schifo nei suoi confronti. Ok, Craxi è morto, il suo bottino all’estero se l’è mangiato un po’ Maurizio Raggio e un po’ chi lo sa. Forse si potrebbe chiudere quella pagina (non dimenticarla!) e cominciare a considerare storicamente anche i meriti del fu leader del PSI.
Ma da questo a perpetrare un completo revisionismo storico e intitolare addirittura al ladro e corruttore Craxi una pubblica via…!
Perché invece non gli viene intitolata un’ala del carcere di San Vittore a Milano? E’ il posto adatto, e sarebbe un modo per farcelo finalmente entrare, in quel carcere.
(Sull’argomento entra più nel dettaglio questo post.)