“Casa di foglie” 2.1

Data l’accidia attuale (non so se si nota), invece di attaccare a leggere il nuovo libro di Danielewski ho preso a rileggere quello vecchio – ovvero "Casa di foglie" – però in originale, oh yeah.

Ho in testa una curiosa impressione, su quel libro: più passa il tempo, dalla prima lettura, più il mio ricordo si fa positivo. Mah.
Bene, questa seconda lettura farà giustizia della frivolezza della mia memoria, forse.

Non ricordo bene cosa ho già scritto, su questo romanzo. Aggiungo comunque qualche riga in ordine sparso, benché la rilettura sia lungi dall’esser terminata.

House of leaves è una storia semplice, a dispetto delle oltre 800 pagine. Una trama che sta in 10 righe. Johnny Truant e Will Navidson sono i personaggi centrali, ciascuno nel proprio livello narrativo (Johnny scrive il diario del proprio ritrovamento del manoscritto in cui si racconta la vicenda di Will). Johnny Truant è un personaggio anche simpatico, ma Navidson è eccezionale; un personaggio positivo a tutto tondo. Credo che gran parte dell’impressione positiva che mi resta di House of leaves sia dovuta alla figura di Navidson, al suo rovello di fotoreporter di guerra, alla sua descente en enfer dentro i sotterranei oscuri, gelidi e impossibili che partono dalla casa dove si è appena trasferito con la moglie e i figli.

Perdita di senso, ritrovamento degli affetti. C’è un Ulisse in Navidson (e anche in Truant): viaggio, smarrimento, ricerca della strada del ritorno. Come l’ufficiale di "Apocalypse now", inviato a cercare il colonnello Kurtz, Navidson pensa probabilmente che la strada di casa semplicemente non esista più, dopo l’esperienza della guerra e ciò che là ha visto e vissuto. Il problema non è più il nostos, ma il minotauro.

Ci sono alcune incoerenze nella vicenda – non fastidiose, devo dire. Non si capisce in che modo il manoscritto trovato da Truant influenzi tanto la sua vita, e perché lo ossessioni e quasi lo uccida. Ma soprattutto stride che un tipo sfasato e naif come Truant abbia potuto scrivere molte delle pagine del suo diario; non sembrano sue. Contaminazione tra i livelli narrativi (e tra i livelli di realtà), forse. Può esserci un Omero anche dietro Truant; o forse vari autori – complice la diffusione via web (con relative elaborazioni) del testo di Truant cui si accenna in vari punti. Autoreferenzialità a badilate, del resto.

Anche Karen, la moglie di Navidson, è un gran bel personaggio.

(segue – forse.)

12 commenti su ““Casa di foglie” 2.1”

  1. bene, anche perché non ero sicuro del che dirti. la mia copia è full colors, ma se non erro i colori presenti sono solo varie sfumature dei toni che vanno dal rosso al blu.

    (dicono anche che ci sta pure il braille, ma io ancora non l’ho trovato.)

  2. Il punto è che l’ISBN della mia copia (trovata in un remainder) è 0375703764. Amazon la dà come The Remastered Full-Color Edition, ma ella è lungi dall’essere tanto Remastered (trattasi di seconda ed. 2000) quanto Full-Color, avendo soli tre colori.

    Scusa se insisto, am c’è una reale confusione in questa profusione di edizioni: uno che volesse cercare una copia come la tua (con tutti i colori*, insomma) a quale ISBN deve riferirsi per non sbagliarsi?

    Grazie ancora.

    * c’è anche il braille?

  3. dandani: il colophon mi riporta 3 isbn; quello che citi c’è ma è riferito a HC (hardcover, I guess), mentre io ho una brossura (PBK). comunque sì, è la remastered full-color edition.

  4. Ah, con Mangano si va d’amore e d’accordo dopo quella memorabile litigata sulla mailing list ICLERM ai tempi dello scisma con la cellula milanese dei Libri In Testa.

    Citando Battisti/Panella: “A volte essere nemici facilita / piacersi è così inutile”

  5. La storia infinita, boh, ho visto solo il film e mi sfugge il nesso.

    “lavoroni” miei non ne esistono, a tutt’oggi (e neanche in futuro, ritengo). risposi alla mail, tuttavia.

    Platania, e Mangano? come sta Mangano? 😛

  6. Ma è accidia o acidità di stomaco? Oggi su Vibrisse c’è una bella memoria di Perec scritta da Marco Alfano, che cita anche la struttura di La vita istruzioni per l’uso. Secondo me, a questo punto, ci starebbe bene il lavorone tuo, poi naturalmente fa’ un po’ come ti pare, neh. Buon fine settimana.

  7. l’idea che bartolomeo di monaco scriva de La scomparsa mi procura disturbi gastrointestinali guaribili in non meno di 3 giorni (salvo ricadute)

  8. Non so se l’ha visto che si parla di Perec, Federico. Nel dubbio gli mando un’email, ma non so se vedrà manco quella, ora che cià l’accidia. Io l’ultima volta che ho sentito dire accidia dev’essere stato al catechismo per la prima comunione…

    Da come parli del libro di Danielewski, o Beneforti, a me viene un po’ in mente La storia infinita, quella di Ende.

  9. Hai visto che su vibrisse ultimamente si sta parlando parecchio di Perec? Prima con la rece della Scomparsa (di Bartolomeo di Monaco) e poi con quella di W (di Luca Tassinari)

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