TINA FOR PRESIDENT (difficilmente)

La mia preferenza – realistica, non ideale – per il Quirinale.

Tina Anselmi da Castelfranco Veneto, classe 1927, è fuori dai giochi della politica da diversi anni (ha presieduto la Commissione nazionale sulle conseguenze delle leggi razziali per la comunità ebraica italiana, che ha terminato i suoi lavori nel mese di aprile del 2001). Del resto, un periodo di "purgatorio" dalla militanza attiva è un fatto di una certa utilità nel dare ai possibili Presidenti della Repubblica un’immagine sufficientemente al di sopra delle parti (è stato così per Pertini e per Scalfaro).
L’on. Anselmi, in una votazione per il Quirinale, avrebbe probabilmente un consenso ampio: partigiana, sindacalista, esponente di primo piano della sinistra DC per decenni, si è guadagnata una stima decisamente trasversale (e anche molti nemici) come ministro della Sanità, come sostenitrice dei diritti delle donne e, soprattutto, come presidente della Commissione di inchiesta sulla Loggia P2. L’Unione, se venisse avanzata con forza la sua candidatura, non potrebbe non votarla; e anche nel centrodestra la Anselmi otterrebbe dei consensi. Però NON da Forza Italia, viste le sue posizioni, anche recenti, sui piduisti, tra i quali Berlusconi; e probabilmente neanche dalla Lega.
Ma Tina Anselmi difficilmente verrà candidata alla Presidenza della Repubblica. Si possono avere infatti due tipi di candidati: quelli che trovano un largo consenso trasversale (che si trovano appunto tra politici o tecnici già "in pensione" dopo lunga e onorata e specchiata carriera); quelli che si eleggono a maggioranza semplice (che invece provengono dalla classe politica in piena attività). Con la nefasta parentesi di Cossiga, gli ultimi 4 presidenti sono stati tutti eletti con maggioranza ampie. Ora, l’attuale configurazione fortemente bipolare e fortemente (finora, e almeno fino alle amministrative di fine maggio) contrapposta del parlamento, difficilmente porterà ad una lunga serie di scrutinii, come accadeva prima del 1993. Di conseguenza, o si troverà subito un candidato super partes, anziano, di garanzia e accettato da entrambi i poli, oppure si andrà alla elezione a maggioranza semplice di un presidente più giovane e sostenuto da una sola parte. In quest’ottica, dubito che Tina Anselmi sarà candidata, non essendo sufficientemente gradita al centrodestra.


Tina Anselmi  su Wikipedia

Quelli che il giudice

Sabato scorso, a "Quelli che il calcio", Max Giusti ripropone la sua imitazione di Stefano Ricucci, e se ne esce con la battuta: "Ahò, ma com’è che ‘n tutto ‘sto casino ammé nun m’è successo ancora gnente?!" Subito in sottofondo si sente la sirena di una volante…

 

Totopresidente

Chi sarà il prossimo Presidente della Repubblica?
Forza, facciamo dei nomi. Si accettano scommesse.
Se Ciampi alla fine accettasse di restare al Quirinale, avrebbe un largo consenso e sarebbe eletto alla prima votazione. Ma Ciampi dice di no.
La candidatura Berlusconi (ah ah ah!) la può considerare solo Bondi e gli uggiolanti lecchini come lui. Quella di Letta non è molto più credibile, anche se potrebbe venir avanzata e sostenuta seriamente.
Ci sono poi i soliti nomi di venerabili senex – anche extra politica – che escono sempre in questi casi: Conso, per esempio; oppure Gino Giugni, Pietro Ingrao, Nicola Mancino, Giulio Andreotti, Antonio Cassese.
E una donna? La Iervolino, la Bonino, la Anselmi?
Se non venisse eletto alla Presidenza del Senato, potrebbe avere delle chance anche Giorgio Napolitano.
A me personalmente, se si esclude il Ciampi-bis, suona probabile l’elezione di Giuliano Amato.

Casa di foglie/addenda/2

L’edizione italiana di "Casa di foglie" è in bianco e nero. Ovviamente. Sì, però in originale esistono 3 edizioni diversificate appunto dall’uso del colore.

Le tre edizioni sono 1. L’edizione Bianco/Nero; 2. La Red Edition; 3. La Blue Edition. Nella 1. non ci sono colori né evidenziazioni; nella 2. la parola "casa" (in qualunque lingua appaia) è stampata in grigio chiaro, mentre le parole "Minotaur" and "struck passages" ; nella 3. la parola "casa" (idem) è stampata in blu. L’intrepretazione più diffusa di questo uso del colore dice che in tal modo si vorrebbe simulare un link. Ma c’è anche chi ipotizza che l’uso del colore prenda spunto dagli antichi manoscritti islamici in cui il nome di Dio era scritto con un colore diverso dal resto del testo.


Nell’edizione americana più recente, inoltre, il colophon riferisce di un’altra edizione, nella quale alcune parole sono stampate in rosso porpora; in seconda di copertina invece si parla di una "full-color" first edition in cui si troverebbero parecchie differenziazioni di colore, ed anche degli inserti in braille. Tale edizione però è un’invenzione di Danielewski.

Nell’edizione italiana si è scelto di stampare la parola "casa" in caratteri gotici.