Archivi categoria: politica-società

La provocazione di Odifreddi

Sono del tutto solidale e d’accordo con Odifreddi, linciato online e dalla stampa scandalistica per aver detto dei semplici fatti – ovviamente con intento provocatorio.
Non mi pare comunque sia stata una buona idea, da parte sua, usare quell’argomento per sollevare la questione dell’ignoranza dei fatti storici e della “mitologia” che si crea su di essi per effetto della propaganda.
Purtroppo il bug della società dell’informazione che si evidenzia in questo caso è che non sappiamo niente se non siamo dei conoscitori approfonditi e competenti di ogni argomento. non sappiamo niente quindi giudichiamo fidandoci di ciò che ci dicono altri, sia per propaganda che per divulgazione. Questo bug non è affrontabile quindi lo si ignora, visto che esso indebolirebbe in primo luogo il sistema democratico.

E Michele Serra inciampò nelle statistiche

Michele Serra, celebre editorialista di sinistra, si è cimentato pochi giorni fa in un commento dei primi dati del censimento 2011. E, ahilui!, ha toppato alla grande (si dice ancora “toppare alla grande”?).

Infatti Serra apre il suo elzeviro di costume notando che “rispetto al 2002 c’è un aumento molto consistente degli edifici censiti: oggi sono 14 milioni e rotti, l’undici per cento in più in soli dieci anni. Nello stesso periodo la popolazione è cresciuta solo del 2,5 per cento: siamo 59 milioni e mezzo.” E ne deduce che “questi due dati, incrociati, sembrano dare ragione a chi denuncia una cementificazione indiscriminata e immotivata (o motivata solo dalla speculazione) del nostro territorio.

Ora, sorvolando sul fatto che Serra guarda il dato degli edifici e non quello delle sole abitazioni (*) , c’è un altro dato del censimento che Serra riporta più avanti nel suo articolo, non accorgendosi che smonta la sua considerazione precedente: il numero delle famiglie. Infatti le famiglie italiane sono aumentate in questo decennio. Di quanto? Guarda un po’, del 12%, più degli edifici! (Vedi opuscolo Istat, pagina 15.)

Le famiglie di oggi sono più piccole, però – probabilmente – hanno lo stesso il desiderio di avere una casa propria; quel desiderio che Serra e tanti altri chiamano “cementificazione”.

 

(*) Le abitazioni sono aumentate solo del 4,6%, come si può vedere nel sito Istat, in questo pdf, pagina 17.

Tanti saluti

Lascio la tessera del PD, che avevo sin dal 2008. Non avevo mai avuto tessere di partito, prima di questa.

Lascio questa tessera perché il PD locale, di Pistoia, è governato da una oligarchia di arrivisti provenienti dai partiti precedenti al PD e disposti a tutto per continuare la propria carriera personale. Non c’è alcuno spazio per fare alcunché. Le uniche attività ammesse sono “correre per la data poltrona”, “aiutare tizio a correre per la data poltrona”, “danneggiare caio nella corsa alla data poltrona”. Fine. Tutto il resto è, o ininfluente, o visto comunque per gli effetti che può avere per la carriera di qualcuno.

Questo è quanto ho verificato in prima persona, senza partire da pregiudizi su tizio e caio. In vista delle prossime Elezioni comunali, il carrierismo spregiudicato si appresta a festeggiare la sua apoteosi. Quindi, tanti saluti. Ho di meglio da fare che sprecare tempo a fabbricare foglie di fico per gli arrivisti.

Chi, avendo visto come me le cose di cui ho appena scritto, decide tuttavia di restare dentro il PD a contrastare l’egemonia dei giovani carrieristi (che sono peggio di quelli vecchi), ha le sue valide ragioni che comprendo bene. Non esco dal PD perché mi fa schifo vedere l’ipocrisia quotidiana e spudorata; è politica, figuriamoci! Esco perché credo di poter fare di più dall’esterno; e credo di aiutare le molte persone perbene che ci sono in questo partito, e che ci resteranno, denunciandone le degenerazioni.

E poi il panorama della politica sta cambiando. Crisi dei partiti, della rappresentanza, della democrazia. Nodi che vengono al pettine come effetto di una crisi economica alla quale la politica non è in grado di dare risposta: troppi politici sono incompetenti, incapaci o disonesti. E sono i partiti così come sono diventati che fanno sì che incompetenti, incapaci e disonesti facciano luminose carriere. Non si tratta di “mele marce”. E credo che anche in PD subirà le conseguenze di tutto ciò.

Immigrati e sviluppo urbanistico: un punto da chiarire

Il numero di abitanti di Pistoia comune è aumentato in 10 anni di circa il 9% (da 84185 a 90288). Questo nonostante il saldo naturale costantemente negativo (intorno al -0.3% l’anno).
La crescita è dovuta infatti all’immigrazione.

Dal 2001 al 2010 la popolazione è aumentata di 6000 unità.
Significa 150.000mq di superficie residenziale dove questa gente abita. Fanno circa 1.900 unità abitative in più (questi numeri riguardano solo i residenti).
Gran parte di questi nuovi abitanti sono, dicevo, immigrati. Gli immigrati residenti sono oggi circa 8000. Di questi, quasi la metà sono nati in Italia. (Poi ci sono circa 3.700 stranieri “regolarmente presenti”, dato Migrantes Caritas al 2011)

Ora, un trend di crescita della popolazione pone evidentemente una questione urbanistica: dove devono abitare i futuri cittadini pistoiesi se si decide di bloccare la crescita edilizia?
Magari gli immigrati residenti non si comprano la casa nuova, ma questo non cambia niente: una casa devono averla.

Per un partito che, come il PD, professa l’accoglienza degli immigrati regolari, c’è una contraddizione evidente tra tale linea e quella della crescita a zero volumi indiscriminata: se c’è domanda di abitazioni, vanno costruite oppure gli immigrati si mandano a vivere nelle baracche e nelle occupazioni abusive di ruderi? E’ un nodo ancora non evidenziato, ma che verrà al pettine.

È evidente che gli immigrati sono una risorsa (come ripetono Bersani e Napolitano), e che non c’è ripresa economica senza di loro; ma è anche chiaro che la loro integrazione passa prima di tutto attraverso la disponibilità dei servizi essenziali, tra cui l’abitazione.

Democrazia per sorteggio

“Quando l’intera popolazione adulta poté impadronirsi di tutta la cultura che era alla portata delle sue capacità intellettuali (e talvolta anche di
quella che, ahimè, le trascendeva), fu finalmente possibile la vera democrazia. L’ultimo passo da compiere era quello di sviluppare comunicazioni
personali istantanee collegate a computer centrali. Secondo quanto ricostruito dagli storici, la prima vera democrazia fu stabilita sulla Terra nell’anno (terrestre) 2011 in un luogo chiamato Nuova Zelanda. 
Dopo di che, innalzare l’uno o l’altro a capo dello stato divenne cosa di importanza solo relativa. Una volta che fu da tutti accettato, il principio secondo cui chiunque mirasse deliberatamente alla carica ne era in modo automatico ritenuto indegno, praticamente
ogni sistema poteva servire allo scopo. E l’estrazione a sorte era il sistema più semplice.
(Clarke, Arthur C.,  “Voci Di Terra Lontana”)

La politica e la Macchina della verità

I politici mentono, la gente non gli crede. O gli crede sempre meno.

Il problema di ridare credibilità alla politica.

Mi chiedevo: come mai non è mai stato usato il poligrafo, nelle interviste ai politici – specie se candidati? Ok, non è attendibile al 100%, però sarebbe una proposta intrigante.

Vuoi tu, candidato alle elezioni, essere sottoposto alla macchina della verità, pubblicamente? Ah, non vuoi? Allora hai cose da nascondere.

Giuri sulla testa dei tuoi figli? Allora sottoponiti anche al test.

Secondo me sarebbe una cosa rivoluzionaria. Anche a livello locale.

 

Purtroppo, nella realtà,  il poligrafo non funziona.

Passiamo al pentothal?