Il programma di Bersani in sintesi (e facendogli le pulci)

Ho preso il testo del discorso di Bersani a Torino (alla chiusura della Festanazionale del PD) ed ho tirato fuori le parti più di sostanza.

I titoletti e i neretti sono miei ed indicano le proposte e le scelte concrete

Importanza della crescita economica e dell’equità
Se vogliamo ritrovare la strada dobbiamo tutti sapere che non si può stare bene da soli. Dobbiamo saperlo proprio nel momento in cui, è la crisi stessa che ce lo dice, l’unico motore della crescita può essere solo l’equità, possono essere solo redditi e consumi che nascano dal lavoro e non dalle bolle o dal debito, che nascano dalla crescita dei mercati interni e non solo dalle esportazioni, perché se tutti vogliono solo esportare, Cina, Germania e adesso anche Stati Uniti dovremo vendere a Marte i nostri prodotti. Quindi più equità, più crescita comune, più lavoro.
Serve un grande risveglio italiano. Sulla base di questi principi voglio oggi avanzare a voi e al Paese l’idea di un grande risveglio italiano…

Partito federale ma con un’identità nazionale
Vogliamo essere un grande Partito nazionale, che dice le stesse fondamentali parole a Napoli e a Varese; vogliamo dare sostanza vera ad un orgoglio nazionale, ad una dignità italiana.

L’eredità del passato
…Riconosciamo, nei decenni successivi all’unità, il grande movimento di solidarietà, di mutualità, di auto organizzazione, di emancipazione, variamente ispirato dalle culture cattolica, socialista, laica e repubblicana…
Riconosciamo la battaglia antifascista, la Resistenza, la Liberazione …
Riconosciamo gli anni del dopoguerra… dell’incontro fra il popolo e la nuova democrazia e di una crescita economica che seppe dare la mano all’emancipazione sociale…
Riconosciamo le battaglie, le vittorie e le sconfitte dei riformisti italiani e le loro conquiste che ancora vivono: dalla scuola pubblica, allo statuto dei lavoratori, al servizio sanitario nazionale, fino al compimento del nostro destino europeo sotto la guida di Romano Prodi…

Il progetto per l’Italia: lavoro e coscienza civica
Il progetto, dunque. Propongo oggi due pilastri di questo progetto il primo: più lavoro e nuovo lavoro per tornare a crescere e per vivere meglio; il secondo: una riscossa civica per tornare a crescere e per vivere meglio.

Le proposte concrete: riforma fiscale
Attorno a questo concetto noi mettiamo a convergenza e a sintesi le proposte che stiamo già concretamente elaborando. Vogliamo prima di tutto un fisco che aiuti il lavoro e la crescita. Siamo pronti ad avanzare una proposta che mette al dettaglio una profonda riforma fiscale. I paletti essenziali sono questi: spostare il carico fiscale dal lavoro, dall’impresa e dalla famiglia con redditi medio-bassi verso l’evasione fiscale e verso i redditi da finanza e da patrimonio. Non è possibile che l’aliquota del primo scaglione di un lavoratore sia più alta dei redditi da finanza e da patrimonio. Semplificheremo le aliquote intermedie, aiuteremo le famiglie con un bonus figli

Le proposte concrete: gli incentivi
…favoriremo il lavoro femminile, ridurremo le imposte sull’impresa a favore di una loro patrimonializzazione, con una profonda ristrutturazione di tutta la fiscalità d’impresa, faremo una fiscalità favorevole alle attività verdi

Le proposte concrete: lotta all’evasione fiscale
introdurremo misure precise ed efficaci per ridurre l’evasione fiscale. Lanceremo una Maastricht della fedeltà fiscale per metterci in cinque anni nella media europea.

Le proposte concrete: da dove si prendono le risorse per il rilancio dell’economia
[le cose dette sopra e quelle seguenti portano] 40-50 miliardi di Euro con immediato alleggerimento sul carico fiscale di lavoro, impresa e famiglia e con un margine di risorse per investimenti…
Sappiamo bene che per il lavoro e la crescita ci vogliono riforme e risorse…

Le proposte concrete: da dove si prendono le risorse per il rilancio dell’economia – 1 – semplificazione della Pubblica amministrazione
Ci sono risorse che si possono aggiungere al recupero fiscale. Sappiamo dove e come reperirle sia mettendo le mani nella spesa corrente della Pubblica Amministrazione che è aumentata a dismisura nonostante i tagli indiscriminati alla scuola a cominciare dai beni e servizi, dalla semplificazione di strutture amministrative, da standard di costi nella sanità e nei grandi servizi…

Le proposte concrete: da dove si prendono le risorse per il rilancio dell’economia – 2 – vendita delle frequenza analogiche
…sia con entrate straordinarie da mettere in gioco a cominciare dalla messa a gara delle frequenze liberate dal digitale terrestre

Le proposte concrete: da dove si prendono le risorse per il rilancio dell’economia – 3 – “risagomare le spese di investimento”
…sia risagomando spese di investimento, perché ai fini dell’occupazione un conto è il Ponte sullo stretto e un conto sono 500 cantieri locali

Le proposte concrete:  come si investono le risorse recuperate – 1 – nella scuola e nell’università
Per il lavoro sappiamo dunque dove prendere i soldi e sappiamo dove metterli. Prima di tutto li mettiamo nel sapere, nella conoscenza. Senza il sapere il lavoro di domani non c’è. Il sapere è tradito in Italia. E’ colpito dal più grande licenziamento di massa della nostra storia e da una riorganizzazione caotica capace solo non di qualificare ma di ridurre l’offerta formativa, di ricerca e di cultura….
Non siamo per indiscriminate sanatorie, non siamo per i baroni o per i carrozzoni. Valutazione, merito, qualità, responsabilità e autonomia delle Agenzie formative e culturali, ringiovanimento e unificazione contrattuale della ricerca italiana, nuovi contenuti nei sistemi formativi a cominciare da quelli tecnici e così via.
[ci sono ] le dieci proposte sull’Università che abbiamo varato all’ultima Assemblea Nazionale…

Le proposte concrete:  come si investono le risorse recuperate – 2 – per le imprese
Basta trasferimenti generici alle imprese. Per le imprese due sole cose: una fiscalità migliore e un sostegno all’innovazione. Solo l’innovazione può darci lavoro nuovo.

Le proposte concrete:  come si investono le risorse recuperate – 2 – per le imprese – a) la banda larga
Un Progetto-paese sulla banda larga: l’infrastruttura della rete per l’efficienza del sistema e per nuova occupazione e nuova impresa.

Le proposte concrete:  come si investono le risorse recuperate – 2 – per le imprese – b) ristrutturazioni edilizie incentivate
Un progetto-paese per le ristrutturazioni edilizie incentivate, per far emergere il nero, promuovere il risparmio energetico e antisismica.

Le proposte concrete:  come si investono le risorse recuperate – 2 – per le imprese – c) risparmio energetico
Un Progetto-paese per il risparmio energetico nei trasporti, nelle imprese e nelle abitazioni.

Le proposte concrete:  come si investono le risorse recuperate – 2 – per le imprese – d) piano per gli affitti
Un Progetto-paese per la casa in affitto fatto sul serio, e fuori dalle favole miracolistiche di Berlusconi o di Brunett
a.

Le proposte concrete: rilancio degli Enti locali
Dobbiamo utilizzare gli Enti locali per far fronte al problema sociale consentendo l’occupazione nei servizi, non permettendo ad esempio che dopo i tagli del Governo vada a rischio il 30% dei servizi e dell’occupazione nel trasporto pubblico locale. Dobbiamo usare gli Enti locali per investimenti che portino subito occupazione buona migliorando le città e garantendo sicurezza alle scuole.

Le proposte concrete: rilancio degli Enti locali: correggere il Patto di stabilità
Dobbiamo correggere dunque finalmente e subito in modo intelligente e selettivo il Patto di Stabilità finendola con la follia di lasciare nel cassetto i soldi dei Comuni virtuosi.

Le proposte concrete: liberalizzazione dei mercati e delle professioni
Apriamo e regoliamo i mercati. Consentiamo ai giovani un accesso più facile ai mestieri e alle professioni e aiutiamo i consumi e quindi l’occupazione alleggerendo il peso dei consumi obbligati: assicurazioni, benzina, costi bancari, farmaci. Abbiamo su questo proposte precise e coraggiose.

Le proposte concrete: come rilanciare il Mezzogiorno
Le possibilità di sviluppo dell’Italia sono inestricabilmente collegate alla capacità di mettere in moto le risorse potenziali del Mezzogiorno
Si discuterà nelle prossime settimane di come usare i soldi rimasti da fondi europei, nazionali e regionali. …
Primo: Si usino i soldi per un credito d’imposta sulla nuova occupazione che duri dieci anni, rafforzato per giovani e donne creando così una fiscalità di vantaggio per il nuovo lavoro. Secondo: i soldi diretti alle pubbliche amministrazioni centrali e locali si impegnino in servizi di cittadinanza in primo luogo i servizi della legalità rafforzando l’organizzazione della giustizia e della sicurezza, che è messa molto male, e si impegnino in servizi collettivi: frequenza scolastica, rifiuti, acqua, assistenza agli anziani. Con un metodo: i soldi solo a chi raggiunge per conto suo primi risultati; niente soldi a chi i risultati li promette soltanto

Le proposte concrete: il costo del lavoro
Un’ora di lavoro stabile non può costare meno di un’ora di lavoro precario. Questa è una riforma su cui ci impegniamo secondo una strada in grado comunque di garantire una riduzione del costo medio del lavoro per l’azienda. Avanziamo proposte anche per l’indennità di disoccupazione e per la riforma degli ammortizzatori che si è persa totalmente nella nebbia.

Le proposte concrete: il nuovo patto sociale
Sappiamo bene che davanti alla globalizzazione ci vuole un nuovo patto sociale. Lo vogliamo anche noi. Ma vogliamo forse farlo dividendo i lavoratori fra chi avrebbe la testa nell’800 e chi nel 2000, fra chi capisce la globalizzazione e chi no?
Gli accordi contrattuali devono essere esigibili …  Ma perché sia così bisogna regolare la partecipazione dei lavoratori, regolare rappresentanza, rappresentatività e validazione degli accordi. Cerchiamo insomma nuovi strumenti di protagonismo e di partecipazione dei lavoratori come strada per la ricomposizione del mondo del lavoro e facciamo da sponda con una legislazione che sostenga questi meccanismi e aggiorni il quadro dei diritti comuni dei lavoratori. Solo un nuovo equilibrio fra legislazione e negoziazione può permetterci di reggere gli effetti della globalizzazione sulle condizioni di lavoro. La contrattazione da sola non basterà…

Le proposte concrete: contro la corruzione
Diritti, partecipazione e sussidiarietà si devono dare la mano. Solo così si tiene assieme un paese
Legalità significa lotta alla corruzione. Ci impegniamo a cancellare tutte le leggi che hanno favorite la corruzione e le cricche

Le proposte concrete:  il mercato della comunicazione
Ci impegniamo per una legge contro le posizioni dominanti sulla comunicazione. Faremo vivere la proposta già avanzata per fare della RAI un’azienda libera, fuori dalla vergognosa sudditanza di oggi. Ci impegniamo a sostenere le norme che abbiamo già presentato sul conflitto d’interessi. Ci impegniamo per la libertà della rete e per l’accesso alla rete come grande servizio dei tempi nuovi.

Le proposte concrete: una serie di impegni precisi
Ci impegniamo a parametrare i costi della politica a quelli dei Paesi europei.
Ci impegniamo per una legge elettorale che dia lo scettro ai cittadini per scegliere i Parlamentari e che sostenga un bipolarismo civile ed europeo non esposto a rischi plebiscitari che ci potrebbero portare in altri continenti.
Ci impegniamo a sostenere il nostro progetto di riforme istituzionali e di rafforzamento e semplificazione del sistema parlamentare
Ci impegniamo ad una politica per i consumatori già iniziata e totalmente abbandonata oggi.
A partire dalla Conferenza delle Donne sosterremo una nuova legislazione sulla parità secondo un principio molto semplice: lo stato deve garantirsi che ci sia una presenza femminile nei luoghi cruciali delle decisioni politiche ed economiche.
Sosterremo la legge contro l’omofobia

Le proposte concrete: un’idea di federalismo
Ci impegniamo per un federalismo delle responsabilità che consenta a chi ce la fa di fare un passo in più e che garantisca uguaglianza nei servizi essenziali per ogni cittadino italiano così che resti chiaro che per noi davanti ad una malattia seria non c’è né emiliano, né calabrese, né marocchino.

Sull’immigrazione
Sull’immigrazione noi non siamo ingenui né buonisti. Sappiamo che per il futuro del Paese è necessario dare una buona regolazione a questo grande fenomeno. Non è giusto che l’inevitabile disagio che accompagna grandi migrazioni si scarichi socialmente sulla parte più debole della popolazione nella sua vita comune, nella struttura delle città, nell’offerta dei servizi. Le fasce di reddito meno disturbate da questo disagio diano il loro contributo, luogo per luogo, a proposito di federalismo fiscale, perché davanti alla pressione dei nuovi poveri non si riducano le prestazioni per i residenti in difficoltà. Si cominci finalmente una politica per l’integrazione, sola chiave per tirare una riga davvero sulle irregolarità e i comportamenti deviati.
Chi nasce in Italia è italiano.

Che cos’è il Nuovo Ulivo
vogliamo discutere queste idee con le forze di centrosinistra disposte a stringere con noi un patto che abbiamo voluto chiamare Nuovo Ulivo. Nuovo Ulivo per dire che meccanismi di alleanza non affidabili come l’Unione non li vogliamo più.
Chi ci sta si vincola ad un progetto comune e ad un accordo politico e offre la disponibilità ad un percorso che aiuti la riorganizzazione di un centrosinistra di governo. Chi ci sta conviene sulla centralità dell’Europa, su una comune piattaforma europea che stiamo discutendo con tutte le forze progressiste d’Europa per un rilancio della dimensione federale europea e per nuove politiche di intervento sul lavoro e sulla crescita. Chi ci sta conviene con noi che non potranno essere i partiti soli a interpretare il risveglio italiano
Noi vogliamo che a partire dal Nuovo Ulivo si cerchino le condizioni, se esistono, per un patto di governo con le altre forze dell’opposizione parlamentare

Nell’immediato: la via di un governo tecnico
noi abbiamo già chiarito quale sarebbe la nostra disponibilità. Un breve Governo di transizione con al primo punto una legge elettorale nuova che metta in condizione di sicurezza democratica le prospettive del Paese. Devo ripeterlo ancora: una legge che ti consente di nominare i parlamentari e magari con un 30-35% di voti poter decidere tutto è diventata una minaccia vera all’equilibrio dei poteri previsto dalla nostra Costituzione

Walter e il Mal d’Africa

Nel documento prima annunciato, poi diffuso con tot firmatari, più volte raccontato sui media, Walter Veltroni scrive “il Pd è riuscito ad ottenere quasi il 34 per cento dei voti nel momento di massima difficoltà per il centrosinistra e di massimo consenso al berlusconismo e fatica oggi a stare sopra il 25 per cento, in piena crisi politica del centrodestra”. Forse sarebbe il caso di ricordare all’ex segretario che, nell’ultimo periodo della sua segreteria, il PD era al 23%.

Ma sarebbe tempo perso: un ex-leader politico che non si rassegna al fatto di essere appunto un ex non vede al di là del proprio ego. Purtroppo, così facendo – cioè presentando un documento con una serie di firme sotto, anche di parlamentari, e con la faccia di Veltroni sopra – l’ex segretario danneggia il PD e il centrosinistra italiano, in un momento cruciale della Legislatura segnato dalla crisi della maggioranza di Governo. E forse neanche i 75 parlamentari che hanno sottoscritto questo documento si sono resi conto dei danni che provoca non il contenuto del documento stesso ma il fatto di essere proposto da Veltroni e di avere una lista di firme in calce.

E’ un grosso aiuto a Berlusconi, quello prodotto dalla creazione della corrente veltroniana (dalle ceneri di Area democratica). Perché? Semplice: coloro che possono far cadere il Governo Berlusconi hanno mostrato chiaramente di non volere elezioni anticipate immediate. Di conseguenza una crisi di governo non sarà provocata, probabilmente, se non ci sarà la possibilità di una maggioranza alternativa che possa dar vita ad un governo tecnico a termine. Ora, se un gruppo consistente di parlamentari del PD si dichiara vicino a Veltroni più che a Bersani, è chiaro che questa maggioranza alternativa dovrà fare i conti anche con la debolezza di un partito di nuovo diviso. Il che rende più difficile questa già ardua maggioranza alternativa e quindi aiuta Berlusconi ad evitare la crisi di governo.

E tutto per l’ambizione personale di un ex leader che soffre di un particolare Mal d’Africa: non dovuto al soggiorno in Africa (ove ha evitato di andare) ma alla astinenza dal potere.