Vonnegut/ Un uomo senza patria

FInita questa breve raccolta di articoli (o conferenze riscritte, non so) di Kurt Vonnegut. Col consueto disincanto pieno di ironia, l’autore di Mattatoio 5 parla di varie questioni di attualità e letteratura. I testi, tutti molto brevi, sono del 2005 (se non tutti, gran parte) e i bersagli preferiti dell’allora 83enne Vonnegut sono George W. Bush, l’inquinamento e la stupidità umana. Ma ci sono anche molti aneddoti personali.

unuomosenzapatriasq0Comunque se parlo di questo Un uomo senza patria (A Man without a Country) è solo per annotare il fatto che Vonnegut appartiene a quell’insieme di persone che hanno un’idea molto disincantata, cinica e abbastanza nichilista della vita umana; e che inoltre sono pessimisti riguardo al futuro della nostra specie; e che tuttavia trovano che ci sono cose per cui vale la pena vivere.
Anche se non esiste alcun senso alto per le nostre vite, pare pensare Vonnegut, ci sono tuttavia cose davvero piacevoli, divertenti, appaganti che possiamo scoprire e raggiungere (una di queste, una delle poche cose per cui vale la pena vivere, secondo KV, è la musica).

Non sono molti, quelli che appartengono a quell’insieme di persone e ne hanno così lucida consapevolezza – purtroppo, vorrei aggiungere.

Un commento su “Vonnegut/ Un uomo senza patria”

  1. bhe, alla fine ha ragione, io alla musica ci aggiungerei il cinema e il fumetto, ma alla fine è difficile comunque trovare qualcosa di talmente potente per continuare a vivere, o almeno è possibile solo per pochi …

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