Dopo l’assurda mancata espulsione della senatrice Binetti dal Partito Democratico, un altro fatto imbarazzante segna la progressiva identificazione del PD: il Consiglio comunale di Roma boccia la proposta di istituire il Registro delle coppie di fatto. Il Sindaco e plenipotenziario (temporaneo) del PD Veltroni non vuol rischiare di perdere pezzi; soprattutto i pezzi che stanno al centro. E dunque, di fronte ad una proposta di iniziativa popolare per creare una versione soft dei Dico a Roma, il gruppo PD vota contro e presenta un Ordine del giorno alternativo (risultato: respinti entrambi).
Ieri Miriam Mafai sottolinea come oggi la laicità sia molto più debole di 30 o 40 anni fa. Non so se abbia del tutto ragione: la laicità come valore è meno popolare oggi ma la legislazione in compenso ha fatto passi avanti contro le discriminazioni di religione. È chiaro però che, anche grazie al sistema bipolare, il peso politico dei laici è sceso a circa zero.
Oggi Walter Ma-anche Veltroni risponde alla Mafai con un fiacco tentativo di smussare la polemica e insabbiare la questione: dice, il Segretario Buono, che il PD vuole discutere perbenino la cosa in un confronto senza contrapposizioni o pregiudizi (volemose bbene!); dice che il PD romano ha presentato il suo Odg in tal senso (che semplicemente rimandava ogni decisione sulle coppie di fatto al Parlamento) ma la sinistra radicale, invece ha voluto presentare documenti diversi (il che, come cronologia, è una balla) basati su "integralismi e forzature"; accusa, Uolter, la sinistra radicale di aver agito a Roma pensando solo alla politica nazionale e di vedere "la questione delle Unioni civili, insomma, come una bandiera da agitare".
Su quest’ultimo punto ha ragione, il Segretario Buono: è una questione di principio, la legislazione sulle coppie di fatto; non è certo un’emergenza nazionale e neanche una norma che – se venisse realizzata, per esempio, nei termini della proposta Bindi-Pollastrini – avrebbe grossi effetti pratici.
È una bandiera, giustamente; una richiesta sacrosanta contro la quale non esiste alcuna obiezione sensata se non il dare ascolto al dik-tat della Religione cattolica apostolica romana.
Persino il direttore dell’Osservatore Romano, ospite ieri da Augias su Raitre, al conduttore che gli chiedeva "ma a lei che gliene importa se io e tizia, conviventi, ci vogliamo iscrivere un un Registro anagrafico per avere la reversibilità della pensione, il diritto di decidere se l’altro è in coma, il passaggio dell’affitto se uno dei due muore etc?", non ha saputo rispondere altro che "ma anche nel PD si dividono su questo!".