ALERT! Not RED ALERT, però insomma alert

Il Governo ha votato una legge che riforma le regole per l’editoria, inclusa quella sul web. Sembra riguardare anche i siti personali, anche i blog; però loro, il Governo, dicono di no, che noialtri non saremo costretti a registrazione, responsabilizzazione e qualche gabella.
Bene, facciamo che ci credo (manca il regolamento attuativo e il testo della legge non l’ho ancora letto – ma ora lo faccio l’ho letto ora, vedi sotto).
Tuttavia

TENIAMOLI
D’occhiO!

(Poi, per carità, mica detto che una regolamentazione sia per forza da condannare; però in principio non mi piace; né se ne vede la necessità, in effetti.) (Fosse solo per stangare Grillo e i suoi accoliti diffamatori sarebbe una fesseria: quelli si stangano da soli.)

Update: ho letto il testo della legge e pure tutti gli articoli di altre leggi ivi richiamati (a noi lettori forti mica ci fanno paura 20 pagine in legalese, tzè!)

Vediamo le cose rilevanti per i comuni cittadini.
Allora, intanto la legge (art. 2 e 5) ridefinisce l’attività editoriale: riguarda "qualsiasi prodotto contraddistinto da finalità di informazione, di formazione, di divulgazione, di intrattenimento, che sia destinato alla pubblicazione, quali che siano la forma nella quale esso è realizzato e il mezzo con il quale esso viene diffuso"(salvo dischi e video); e soprattutto "per attività editoriale si intende ogni attività diretta alla realizzazione e distribuzione di prodotti editoriali, nonché alla relativa raccolta
pubblicitaria. L’esercizio dell’attività editoriale può essere svolto anche in forma non imprenditoriale per finalità non lucrative
".

Sottolineo "Non imprenditoriale e per finalità non lucrative".

L’articolo 6 è quello – ta-dah! – alert!: "tutti i soggetti che esercitano l’attività editoriale sono tenuti all’iscrizione nel Registro degli operatori di comunicazione, di cui all’articolo 1, comma 6, lettera a), numero 5, della legge 31 luglio 1997 n. 249."
E qui sembra ci rientrino anche i blog. (Il Registro operatori della comunicazioneROC – esiste già, ma finora ci stavano solo "i soggetti destinatari di concessione ovvero di autorizzazione" (legge 249/1997), cioè insomma i giornali, le radio, le tv e i pubblicitari.)

Però. Aspetta.
L’iscrizione a questo Registro sostituisce anche la registrazione in Tribunale (cancellata). Ma per sapere nel concreto CHI si deve iscrivere, e come, bisogna che il Garante per le Comunicazioni, che gestisce già questo ROC, scriva un nuovo regolamento che tenga conto della nuova legge. E quindi bisogna aspettare questo regolamento.

Anzi, a dirla tutta bisogna anche aspettare il Decreto Legge di riordino delle normative sull’editoria che il Governo si autoobbliga ad emanare entro un anno dall’entrata in vigore della legge di cui stiamo parlando; di quel DL questa legge indica i criteri e gli obblighi (art.29): c’è decisamente margine per precisare la parte riguardante la collocazione dei blog etc.

La parte della nuova legge che può riguardare i blog e i siti personali finisce qui (mi pare).

Oddio, ci sarebbero le regole e le sanzioni che riguardano le indagini e i rilevamenti delle tirature e degli ascolti (e degli accessi, forse): "chiunque effettui indagini di rilevazione sulla lettura e diffusione di prodotti editoriali in violazione degli obblighi di correttezza e attendibilità indicati all’articolo 10, ovvero le effettui con modalità non trasparenti o discriminatorie, è soggetto alla sanzione amministrativa pecuniaria da euro 10.000 a euro 300.000".
E qui quelli di Blogbabel potrebbero farsela sotto.

(Poi c’è una cosina carina: "Le imprese editrici che percepiscono contributi diretti ai sensi della presente legge sono tenute a fornire alle scuole copie di quotidiani da utilizzare nelle classi quale materiale didattico e di diffusione dell’informazione e della cultura." E vabè.)

In sostanza questa legge mette insieme tutto: editori, giornali, tv e semplici blogger, e quindi allarga a questi ultimi (e ad ogni altra attività editoriale anche amatoriale) le responsabilità per ciò che viene pubblicato. Però, fissate le regole generali, la legge demanda, demaaanda! Demanda a regole e leggi di là da venire.
È comunque chiaro (parmi) che lo scopo di questo riordino delle regole è essenzialmente di evitare le concentrazioni oligopolistiche (forse è un po’ tardi, ehm), sia nell’informazione che nella raccolta di pubblicità, e di ridisegnare i criteri di erogazione dei contributi statali includendo i nuovi media.
E quindi. Per ora…