In questo blog serio e colto, ove si discetta d’arte, politica e massimi sistemi, mi si consenta occasional… vabè, fàmola breve:

GRRRANDISSIMO BETTINI
IL GRILLO Di CÈCINA
CALIFORNIA (Bibbona)!


Campione del mondo di ciclismo su strada ancora una volta,

a 33 anni e alla faccia delle polemiche e delle manovre diffamatorie della Tv di Stato tedesca Zdf.

Ehm. Ok, ho detto. 😀

Anand Campione del Mondo

A Città del Messico si conclude il Campionato del mondo di Scacchi e, tra i 3 after-Kasparov, prevale Vishwanathan Anand. A dire il vero tra i primi 3 c’è l’israeliano Boris Gelfand e manca Peter Leko (4°).
Classifica finale:
1. Viswanathan Anand (India) punti 9 su 14;
2-3. Vladimir Kramnik (Russia) e Boris Gelfand (Israele) 8;
4. Peter Leko (Ungheria) 7;
5. Peter Svidler (Russia) 6.5;
6-7. Alexander Morozevich (Russia) e Levon Aronian (Amenia) 6;
8. Alexander Grischuk (Russia) 5.5.

La carica dei 2400

Tra le molte mancanze viste finora nel percorso verso le primarie del Partito Democratico trovo che la poca informazione su come funzionerà la consultazione del 14 ottobre sia così vistosa da far pensare all’intenzionalità.
Per carità, il regolamento è noto e pubblico ed ha provocato commenti e critiche. Ma tra i potenziali elettori quanti lo conoscono? Ok, magari lo conoscono tutti e io so’ pessimista; ma tanto questo è solo un post.

Eddunque vado a eviscerare le meraviglie elettoral-aritmetiche che porteranno all’elezione – meglio, alla formazione dell’Assemblea Costituente del PD coi suoi 2400 (duemilaquattrocento!) membri.

Allora, ci sono i candidati a Segretario nazionale, no? Questi almeno li conoscono tutti: Veltroni, Letta, Bindi, Adinolfi, Gawronski+Schettini.

Anzi, a monte ci sono i partiti e i movimenti che hanno aderito al progetto PD(*):
Democratici di Sinistra
Democrazia è Libertà – La Margherita
Movimento Repubblicani Europei
Partito Democratico Meridionale
movimento Progetto Sardegna
movimento Alleanza dei Riformisti
movimento Italia di Mezzo
movimento Socialisti liberal per il Partito democratico
movimento
Repubblicani Democratici

Ecco. Poi sono arrivati Veltroni e gli altri. E poi, il 22 settembre, sono arrivate anche le liste collegate ai 6 candidati, ovvero le liste per eleggere il Segretario e i 2400.  Queste liste sono territoriali: il Regolamento quadro fa riferimento ai collegi e alle circoscrizioni elettorali usate per le elezioni politiche; quindi in ogni collegio elettorale si sono formate varie liste a sostegno di questo o quel CandidatoSegr.Naz.

Come si sono formate le liste? Qua c’è foschia. Per esprimere una lista occorrevano 100 firme di elettori e una "autentica" di un consigliere comunale, provinciale o circoscrizionale. Chiaramente i partiti di cui sopra si son dati da fare ed hanno formato delle loro liste (che però non si chiamano, per esempio, "Lista DS" bensì "Democratici per Veltroni"). Ma anche molti altri gruppi, comitati e movimenti hanno espresso proprie liste – così come liste diverse sono uscite dalle diverse correnti dei partiti principali. Infatti, per esempio, a Firenze-I ci sono 5 liste per Veltroni, 1 per Gawronski, 1 per Letta e 1 per la Bindi.

La formazione di queste liste è decisamente importante
: infatti il 14 ottobre chi si recherà nel seggio della propria zona riceverà (pagando almeno 1€) una scheda (due, in realtà: un’altra per il Segretario regionale) con tante colonne quante sono le liste presenti lì; nelle colonne ci saranno i candidati della lista e in cima ci sarà il CandidatoSegrNaz.
L’elettore potrà fare solo una croce su una delle colonne. Le liste sono infatti bloccate: in base ai voti ricevuti da una lista-colonna si calcola quanti seggi spettano a quella lista e si prendono seguendo l’ordine di lista. Come alle ultime Politiche con la presente legge elettorale, insomma.

Questo criterio non è piaciuto a tutti: un’assemblea costituente eletta senza poter esprimere preferenze, con le liste più forti espresse dalle dirigenze dei vecchi partiti?!

Il dissenso è stato espresso con chiarezza dal giornalista economico Mario Pirani in una lettera aperta a Veltroni che ha avuto molta eco: "(…)La delusione è palpabile. Il timore che la perigliosa iniziativa sfuggisse di mano alle due nomenclature di riferimento ha prodotto un macchinario selettivo barocco e antidemocratico. Il suo funzionamento è difficilmente comprensibile, di nessuna attrattiva, dissuasivo nei confronti di ogni desiderio di partecipazione. Lo spezzatino delle liste per circoscrizione, la duplicazione delle medesime (più di una per candidato), la designazione delle candidature ad opera di piccoli gruppi di vertice addetti alla bisogna, il rifiuto di permettere le preferenze, così da controllare e gestire rigidamente l’ordine di ogni lista dei designati, (ricalcando l’aborrita – a parole – legge elettorale vigente): questi gli aspetti salienti del marchingegno messo in piedi."

Formalmente la rigidità del meccanismo avrebbe dovuto esser compensata dal fatto che per creare una lista bastavano quelle 100 firme (e il "visto" di un consigliere
comunale, provinciale o circoscrizionale, non dimentichiamo) e dunque ogni gruppo di cittadini avrebbe potuto, in teoria, far correre dei propri candidati. Il fatto però che le liste prevedibilmente più forti siano state espresse dai partiti avrà l’effetto di tagliar fuori queste volenterose minoranze. Anche perché c’è pure uno sbarramento al 5%: le liste che prendono meno del 5% dei voti non partecipano all’assegnazione dei seggi nell’Assemblea costituente.
Insomma, Costituente aperta a tutti in teoria ma poi, ancor prima di votare, fuori le minoranze indipendenti.

Comunque.
Il Cand.Segre.Naz. che prendesse più del 50% dei voti (non si accettano scommesse) sarà proclamato Segr.Naz. all’apertura dell’Assemblea costituente dal Presidente (che sarà Prodi). Diversamente si farà subito un ballottaggio tra i 2 più votati

I 2400 saranno invece individuati con un calcolo raffinato, partendo dalla premessa che 1200 seggi vengono distribuiti tra le circoscrizioni in proporzione al numero di residenti e 1200 seggi in proporzione al numero dei voti ottenuti dall’Ulivo nelle elezioni del 2006 per la Camera dei deputati.

es.: in una circoscrizione elettorale ci abita l’1% della popolazione italiana: gli toccano 12 seggi; gli elettori di quella circoscrizione hanno espresso il 2,5% di tutti i voti presi dall’Ulivo nel 2006: gli toccano altri 30 seggi; totale: 42 seggi.

Non è mica finita. Nelle circoscrizioni ci stanno i collegi (es.: Toscana). I seggi attribuiti alla circoscrizione (i 42 dell’esempio sopra) vengono divisi per i vari collegi in proporzione ai voti conseguiti dall’Ulivo nelle elezioni del 2006 per la Camera.

Tornando all’es. sopra, in un collegio di quella circoscrizione l’Ulivo ha preso il 10% dei voti presi in tutta la circoscrizione: quel collegio eleggerà 4 membri dell’Assemblea costituente.
Almeno così ho capito io, neh.

I calcoli per l’assegnazione dei seggi alle varie liste ve/me li risparmio. Ricalcano grosso modo quelli usati per le elezioni politiche, mi pare.(**)

Tutto chiaro, lineare e semplice, nevvero?

Ah, tutto quanto sopra è fedelmente replicato per quel che riguarda l’elezione dei Segretari regionali e delle Assemblee regionali del PD per i quali il 14 ottobre sarà data all’elettore un’altra scheda. Il numero di membri per ogni Assemblea regionale sarà il doppio di quelli eletti da quella regione per l’Assemblea costituente; questi ultimi faranno parte di diritto dell’Assemblea della propria regione.

Se avete letto fin qui siete masochisti. Sappiatelo.


(*)Lista presa da qua, non son sicuro sia completa.
(**) Per i volenterosi, ecco il metodo di calcolo:
1. l’Ufficio elettorale circoscrizionale procede al riparto dei seggi assegnati a ciascun collegio in base alla cifra elettorale di ciascuna lista. A tal fine, divide il totale delle cifre elettorali di tutte le liste per il numero dei seggi assegnati al collegio più due, ottenendo così il quoziente elettorale di collegio; nell’effettuare la divisione trascura la eventuale parte frazionaria del
quoziente. Attribuisce quindi ad ogni lista tanti seggi quante volte il quoziente elettorale risulti contenuto nella cifra elettorale di ciascuna lista. Se, con il quoziente calcolato come sopra, il numero dei seggi da attribuire in complesso alle liste superi quello dei seggi assegnati al collegio, le operazioni si ripetono con un nuovo quoziente ottenuto diminuendo di una unità il divisore.
2. I seggi che rimangono non assegnati vengono attribuiti al collegio unico circoscrizionale.
3. L’Ufficio elettorale circoscrizionale identifica quindi i gruppi di liste tra loro collegate ai sensi dell’art. 7, comma 6, lettera f) che abbiano ottenuto nel complesso più del 5% dei voti validamente espressi in ambito circoscrizionale. Con riferimento soltanto a tali gruppi di liste, computa la cifra elettorale circoscrizionale, pari alla somma dei voti residuati alle rispettive liste di collegio, a seguito della assegnazione dei seggi in base al precedente comma 1.
4. L’Ufficio elettorale circoscrizionale procede quindi alla assegnazione tra i gruppi di liste di cui al comma precedente dei seggi non ancora assegnati. A tal fine procede al riparto sulla base del metodo di cui al comma 1.
5. I seggi spettanti a ciascun gruppo di liste vengono assegnati alle liste appartenenti al gruppo che abbiano la frazione residuata del quoziente più alta. Qualora tutti i suoi candidati siano stati eletti, i seggi spettanti vengono assegnati alle altre liste del gruppo secondo l’ordine dei rispettivi quozienti.

Passata la vendemmia…

Si va a raspollare.

raspollare: v. tr.; cercare e cogliere le piccole ciocche d’uva (raspolli) rimaste dopo la vendemmia.

Ho una rimembranza famigliare sul diritto, stabilito per legge, di effettuare la raspollatura (spigolatura per quel che riguarda i campi di grano dopo la mietitura).  Ho cercato un po’ sul web ma questo diritto pare in realtà non esistere. Anzi, la Legge 16/6/1927 n. 1766 (che converte il Regio Decreto n. 751/1924 il quale  regolava, liquidava e scioglieva i cosiddetti usi civici) stabilisce che la spigolatura e la raspollatura non sono da ritenersi diritti della popolazione di una zona. Una successiva legge applicativa assegna alle Polizie Rurali dei vari Comuni il compito di regolamentare queste attività di sfruttamento del territorio; e infatti, googlando, ho trovato una gran quantità di questi regolamenti di Polizia rurale che vietano raspollatura/spigolatura salva autorizzazione del proprietario.

Bon, fa niente. Tanto io vado solo nella vigna del parentado.
 

punto-url-punto

Il giochino di .mau. sta mietendo neuroni e strapazzando cicli circadiani. È un semplice (oddio, semplice…) gioco di URL: per passare al livello successivo bisogna trovare la parola-chiave da scrivere nella finestra del browser. Per lo più con criteri logico-matematici, direi (io sono al livello 22).

1
Guardare le soluzioni che già si trovano in rete NON VALE!

Scrivea Michelagnolo…

I’ sto rinchiuso come la midolla
da la sua scorza, qua pover e solo,
come spirto legato in un’ampolla:
e la mia scura tomba è picciol volo,
dov’è Aragn’ e mill’opre e lavoranti,
e fan di lor filando fusaiuolo.
    D’intorn’a l’uscio ho mete di giganti,
ché chi mangi’uva o ha presa medicina
non vanno altrove a cacar tutti quanti.
    I’ ho ‘mparato a conoscer l’orina
e la cannella ond’esce, per quei fessi
che ‘nanzi dì mi chiamon la mattina.
    Gatti, carogne, canterelli o cessi,
chi n’ha per masserizi’ o men vïaggio
non vien a vicitarmi mai senz’essi.
    L’anima mia dal corpo ha tal vantaggio,
che se stasat’ allentasse l’odore,
seco non la terre’ ‘l pan e ‘l formaggio.
    La toss’ e ‘l freddo il tien sol che non more;
se la non esce per l’uscio di sotto,
per bocca il fiato a pen’ uscir può fore.
    Dilombato, crepato, infranto e rotto
son già per le fatiche, e l’osteria
è morte, dov’io viv’ e mangio a scotto.
    La mia allegrezz’ è la maninconia,
e ‘l mio riposo son questi disagi:
che chi cerca il malanno, Dio gliel dia.
    Chi mi vedess’ a la festa de’ Magi
sarebbe buono; e più, se la mia casa
vedessi qua fra sì ricchi palagi.
    Fiamma d’amor nel cor non m’è rimasa;
se ‘l maggior caccia sempre il minor duolo,
di penne l’alma ho ben tarpata e rasa.
    Io tengo un calabron in un orciuolo,
in un sacco di cuoio ossa e capresti,
tre pilole di pece in un bocciuolo.
    Gli occhi di biffa macinati e pesti,
i denti come tasti di stormento
c’al moto lor la voce suoni e resti.
    La faccia mia ha forma di spavento;
i panni da cacciar, senz’altro telo,
dal seme senza pioggia i corbi al vento.
    Mi cova in un orecchio un ragnatelo,
ne l’altro canta un grillo tutta notte;
né dormo e russ’ al catarroso anelo.
    Amor, le muse e le fiorite grotte,
mie scombiccheri, a’ cemboli, a’ cartocci,
agli osti, a’ cessi, a’ chiassi son condotte.
    Che giova voler far tanti bambocci,
se m’han condotto al fin, come colui
che passò ‘l mar e poi affogò ne’ mocci?
    L’arte pregiata, ov’alcun tempo fui
di tant’opinïon, mi rec’a questo,
povero, vecchio e servo in forz’altrui,
    ch’i’ son disfatto, s’i’ non muoio presto.
(Michelangelo Buonarroti, "Rime")

Niente, mi fa un po’ mal la schiena.

La canzone dell’America

Richard Powers a PordenoneLegge

Mi vanto di essere uno tra i pochi italofoni che han letto tutti i romanzi di Richard Powers tradotti in italiano. Tuttavia non ci penso neanche, ad andare fino a Pordenone per vedere/ascoltare lo scrittore americano nell’ambito di PordenoneLegge (domani). Del resto l’ho saputo solo ora. Non che l’averlo saputo prima mi avrebbe motivato a sufficienza: Richard Powers non è David Foster Wallace né Mark Danielewski (per dire).
In effetti la notizia più interessante, dal mio punto di vista, è la pubblicazione per Mondadori del nuovo libro di Powers, "Il tempo di una canzone" (835pagg per 23euro!).
In realtà è uscito nel 2006, questo che, a quanto pare, è l’ennesimo grande affresco dell’America (nel senso di USA, ovvio) del ‘900. I gringos hanno un gran bisogno di ricapitolazione. Ciò ha generato negli ultimi 20 anni grande letteratura: "Underworld", "Mason&Dixon", gran parte delle opere di Philip Roth e Gore Vidal etc.
Se questo romanzone di Powers sia all’altezza di tali predecessori, non ne ho idea – né penso che lo leggerò presto, nonstante abbia apprezzato sia "Tre contadini vanno a ballare", sia "Il dilemma del prigioniero", sia "Galatea 2.0": ho già due robe mastodontiche in lettura e una lunga scaffalata di acquisti recenti in attesa. E ho anche una vita, credo.