Spiderman 1980

Agosto 1980. Sono stato morso pochi giorni fa da un ragno radioattivo sull’Appennino toscoemiliano. Cazzo ci faceva un ragno radioattivo sull’Appennino toscoemiliano non si sa. Erano gli anni 80′, succedevano cose stranissime.
Comunque, il ragno radioattivo mi ha trasmesso dei superpoteri: una superforza, capacità acrobatiche e il famoso "senso di ragno" che fa pizzicare le palle quando c’è un pericolo imminente nei paraggi. Decido di andare in pellegrinaggio da Stan Lee. A Bologna sto aspettando il treno per Milano (da dove prenderò l’aereo per New York). Mentre verifico che non ho il superpotere che permette di vedere attraverso i vestiti delle turiste, sento il senso di ragno che pizzica a tutto spiano. Ma non vedo niente di strano. Il superpotere mi guida nella sala d’aspetto di II classe alle mie spalle. Un tizio mi urta uscendo. Ehi, ma è lui che mi allerta il senso di ragno! Lo blocco con una mano, e quello, non tira fuori una pistola?! Ma io ho la velocità di ragno e gliela levo di mano. Poi con salto (ho anche l’agilità di ragno) lo porto sul tetto della stazione e gli dico che lo terrò lì appeso finché non mi dice che voleva fare con quella pistola. Lui dice molte brutte parole ma poi confessa che c’è una bomba nella sala d’aspetto, e che tra 5 minuti badaboum! Allora lo lego con un cavo da antenna (che altro potrei trovare su un tetto?! mica ho le ragnatele, quelle non sono un superpotere, sono un meccanismo, so assai…!) e salto giù schivando i solerti signori Polfer. Prendo la valigia con la bomba e, balzellon balzelloni, raggiungo i giardini dietro via Beverara. Metto lì la bomba e faccio scappare i pochi tizi presenti sparando in aria (ho la pistola del bombarolo, no?).

E invece no. Nell’agosto ’80 il ragno l’ha trovato solo Peter Parker e io sono sull’Appennino toscoemiliano con un sacco di parenti (du’ palle). La tv ha detto che è scoppiata una bomba alla stazione di Bologna e qua c’è un assente: una ragazzetta che doveva cambiare il treno lì a Bologna, circa a quell’ora lì (le 10:25). I telefonini esisteranno solo tra 20 anni, per contattare le persone ci vuole tempo. Dal prato vedo mio padre che cammina avanti e indietro sulla terrazza. Telefonate al partito, sciopero generale, si prepara una manifestazione. Ma notizie in più non ne hanno neanche loro. Alle 14 finalmente arriva una telefonata dalla ragazzetta, che da Bologna era ripartita qualche minuto prima delle 10.25; ci si rilassa un po’, ma solo un po’. Sulla strada un gran traffico: l’altra strada, quella che va verso Bologna, è chiusa dal passaggio a livello bloccato. Mio padre mi dice più tardi che, là sulla terrazza, si stava preparando ad andare a riconoscere il cadavere.

Update: giovedì alle 10:25 (con parecchie repliche successive, immagino) History Channel trasmetterà un filmato "inedito" (è visibile qua) di 40 minuti, girato alla stazione di Bologna pochi minuti dopo l’attentato.

La dolce vita cristiana

Somiglia dannatamente ad un episodio de La dolce vita il fatto di cronaca che ha coinvolto il deputato UDC Cosimo Mele. Somiglia all’episodio in cui il padre di Marcello si porta in albergo(*) una entraineuse. Poi però si sente male lui, ad a causa di ciò si sente umiliato.
Invece nel festino del prode deputato cattolico s’è sentita male una ragazza, e ciò ha reso pubbliche le imprese del parlamentare. In effetti somiglia più alla vicenda di Lapo Elkann.

In ogni modo, questo è uno spunto perfetto per nutrire la magra cronaca estiva e stimolare i commenti, per la gioia dei giornalisti e dei blogger.

Perciò, visto che c’è chi pensa che l’on. Mele dovrebbe dimettersi da deputato (invece si è dimesso solo dal gruppo UDC), e anche chi pensa che tali dimissioni da parlamentare dovrebbe darle solo chi agisce contro la cosa pubblica, dico la mia ricordando che il mandato parlamentare è un patto che si firma in bianco; un parlamentare non è vincolato ad alcun comportamento, tranne quanto previsto dal regolamento della Camera. Un parlamentare può tranquillamente andare a puttane, farsi di coca o più in generale non rispettare quanto detto agli elettori per farsi eleggere. Tu scegli di votare per Tizio, quindi ti fidi di quanto ti dice e di quanto sai di lui; se poi rimani fregato e vedi che la tua fiducia è stata mal riposta, peggio per te; un’altra volta scegli con più attenzione. Ma il deputato che hai eletto non ha alcun dovere di dimettersi dal Parlamento, né quello che va a puttane né quello che cambia maggioranza o vota diversamente da quanto aveva promesso. Colpa tua che ce lo hai mandato, semmai.

È come il caso di Toni Negri: è stato eletto, è uscito di galera e se n’è andato all’estero, continuando a percepire lo stipendio da parlamentare. Dov’era lo scandalo? Fa parte della democrazia, questa possibilità. Funziona così – per fortuna! Chi ci rimise semmai furono quelli che lo elessero, Toni Negri: peggio per loro che si sono fidati di lui e buon per noi che non avemmo più il suo voto alle sedute della Camera!

Allo stesso modo il buon Cosimo Mele si dimette dal gruppo UDC (tanto sennò lo cacciavano) ma non certo da deputato (almeno per ora). Perché dovrebbe? Forse perché, oltre a rappresentare i suoi elettori è anche un rappresentante del Popolo Italiano Sovrano? Tsk, chi pensa ciò fa confusione tra le due cose: essere rappresentante del popolo comporta certi doveri, che non riguardano la vita privata, e non altri. Uno che si fa le canne, o va a puttane, o tira di coca non per questo viene meno a tali doveri.

E quanto detto vale anche se il nostro onorevole birbante si fa corrompere, truffa lo Stato o ruba le elemosine. Dov’è la differenza? Chi può sapere se il ministro socialista che prendeva le tangenti poi non operasse con grande coerenza e capacità nell’esercizio della sua funzione?
Io semmai andrei dagli elettori dell’on. Mele a dirgli "bravi coglioni! visto chi avete eletto?"

(*)Ah, tra l’altro si tratta dello stesso albergo, il "Flora" 😀

Promemoria per chi non va a votare

Colgo l’occasione fornita dal post di Dania per ricordare agli astenuti passati e futuri che
chi non vota in realtà vota per chi vince.

Passiamo a dimostrare.
Se tu non vai a votare avresti potuto 1) votare per quelli che hanno vinto; 2) votare per quelli che hanno perso.
A posteriori il caso 2) dà 2 possibili effetti:
2a) Il tuo voto avrebbe cambiato il risultato;
2b) il tuo voto sarebbe stato ininfluente.
Il caso 1) invece ha un solo effetto:
1a) il tuo voto sarebbe stato ininfluente.

Quindi chi non vota (e quando fa quella scelta non conosce il risultato finale) accetta che il suo non-voto abbia uno dei 3 effetti possibili:
1a: sarà ininfluente.
2a: avrebbe cambiato il risultato
2b: sarà ininfluente.

Balza agli occhi che l’unico caso in cui il non-voto ha avuto effetto è il 2a, e in quel caso chi ha guadagnato dal non-voto è chi ha vinto, dato che non avrebbe vinto.
Di conseguenza chi non vota accetta, più o meno consapevolmente, di favorire la lista che vincerà, qualunque sia. cvd.

Fin qui la logica. A questo punto in genere qualcuno obietta che è quasi impossibile che si verifichi il caso 2a, cioè che una lista vinca per 1 voto. È vero, ma è altrettanto vero che la scelta di non votare di un elettore non ha effetto solo sul suo voto: c’è una "ricaduta sociale" di queste scelte, spesso ignota anche a chi la causa. Non è uguale per tutti, ovviamente, questa possibilità di influenzare le scelte altrui, ma per tutti esiste ed ha un effetto. Ometto la casistica per non farla lunga.

Detto ciò, ricordo che alle ultime Elezioni politiche c’è stato uno scarto di circa 25.000 voti; e che, per esempio, in un Comune dalle mie parti, il Sindaco è stato eletto con 150 voti di scarto.

Google My Maps

Da un po’ Google ha aggiunto un’opzione a GoogleMaps: la possibilità per chiunque di inserire tracciati, luoghi, aree e relative indicazioni nel database pubblico. Così tutti possono aggiungere ai dati visibili sulle mappe di Google le proprie conoscenze, anche quelle del tutto personali e soggettive (qua c’è un negozio conveniente, là ho fatto l’amore per la prima volta, in quest’area si trovano i mirtilli, lungo questo percorso transitavano i pellegrini nel IX secolo, lì prende il sole tutti i giorni dalle 11 alle 15 una supertopa tedesca in topless etc. etc.).
Le possibilità di utilizzo di questo servizio (finora gratuito e scaricabile anche per GoogleEarth) sono evidentemente parecchie; forse troppe: può essere un po’ troppo dispersivo per funzionare su larga scala.
Sicuramente può essere divertente per condividere cose in community circoscritte. Penso si possa anche fare una Caccia al tesoro. 😀
Si accede a MyMaps dalla pagina iniziale di GoogleMaps: Le mie mappe.

Per esempio, ogni volta che vado a Parigi io soggiorno qua.

aNobii d’Anubi

Ovvero libri non tanto comuni, rari o specialistici che ho inserito in aNobii – al fine di vedere chi altri li abbia e quali suggerimenti possa trarre dagli scaffali di costoro. Per autore:

Albani Paolo  Auden W. Hugh Baker Nicholson  Bartezzaghi Stefano Barth John
Donald Barthelme  Bataille Georges  Buonarroti Berlinghiero  Catherine Binet Clerici Gianni  Danielewski Mark Z.  Della Bella Paolo Dossena Giampaolo Falabrino G. Luigi Antonio Franchini William Gaddis  Giusti Marco  Bernard Magné Manganelli, Giorgio Michele Mari  Harry Mathews  Perec Georges  Pynchon Thomas  Queneau Raymond  Rinaldi Pier Paolo  Roubaud Jacques  Satta Luciano Tagliasco Vincenzo Varaldo Giuseppe  Wallace David F.


bataillegaddis
mathews

ps: La lista di nomi e la parata di facce dovrei inserirle in ecolaliste...

La tv d’estate

Una volta la tv, d’estate, dava un sacco di repliche: film, telefilm, sceneggiati. Ora le repliche ci sono tutto l’anno, sparse qua e là; però d’estate ci son solo quelle, perciò è più facile incapparci.
Sono incappato infatti nei film-tv di Nero Wolfe, visti decenni or sono, che Rete4 trasmette alle 14 tutti i giorni (e uno dice "e te guardi la tv alle 14?": aspettavo il Tour, OK?!).
Non sono quelli italiani con Tino Buazzelli e Paolo Ferrari bensì – mooolto meglio – quelli americani anni ’70 con Maury Chaykin. Avrei preferito quelli anni ’80 con Thayer David e Tom Mason, ma come trastullo van più che bene pure questi. Fabulous fabulae.

Giornalisti

Telegiornali. Servizi sugli incendi sul Gargano. Gente incazzata come bisce. "Polemiche sui ritardi nei soccorsi".  Spezzone di 3 secondi di dichiarazione di un sindaco della zona: "Ci sono stati ritardi enormi, questo è un dato di fatto". Spezzone di 4 secondi di dichiarazione del responsabile della Protezione Civile Bertolaso: "L’allarme ci è arrivato con 2 ore di ritardo, poi abbiamo agito immediatamente".

Ora.

Se l’allarme è arrivato tardi, qualcuno ha ritardato nel darlo. Lapalisse.

Ci fosse stato UNO straccio di giornalista che avesse detto o chiesto "a CHI tocca dare l’allarme? CHI lo ha dato in ritardo?"! Domanda facile, no? Lo si può chiedere a Bertolaso, al Sindaco, ai Vigili del Fuoco, ad un tecnico anonimo del Comune, alla Zingara Cloris Brosca…

(‘Sto fatto degli incendi è solo per fare un esempio, neh.)

Spelling numerico (Barricate/1)

Ecco qua un vero post da blog-diario.
Potrei fare un tag apposito di "malcostumi-barbarie-cosechemidannoainervi". Oppure "barricate". Sono in una fase di calo di pigrizia (ma mi sto curando, neh), magari lo faccio. Tipo la rubrichetta di Piero Ottone sul
Venerdì (ma lui è un vecchio gentleman pignolo – una volta era un grande giornalista, una volta).

Senza divagare oltre: odio quelli che, al telefono, quando mi chiedono un numero di cellulare, me lo ripetono per conferma cambiando spelling (cambiando raggruppamenti, meglio).
Esempio:

Io: "Trequattrocinque, duetrequattro, trequattro, trequattro."
E di là: "Trequattrocinque, ventitré, quarantatré, quattrocentotrentaquattro, giusto?"
Che cazzo ne so io se è giusto? Mi ci vuole qualche secondo, devo visualizzare le cifre e confrontarle. E posso facilmente sbagliare. Allora, se non ho voglia di perder tempo rispondo che sì, è giusto. Altrimenti
"Non ne ho idea."
E di là:
"Come? No, il numero, dico, glielo rileggo…"
Io: "
Aspetti, prendo una penna."
E di là:
"…??!!"
.

Ahò, nella mia testa "duemilasette" sta da un’altra parte rispetto a "ventizerosette".
Ci dev’esser dietro una questione interessante  sul rapporto tra simboli e nomi dei simboli, e sulle aree della corteccia interessate alla percezione di quella roba. Ma questo è un post da blog-diario, quindi sorvolo.

Anobii omnia vanitas

Non ho capito bene a cosa serva, Anobii. E mettersi lì ad inserire valanghe di cifre suona improbo alla mia sviluppatissima pigrizia. Comunque, ho detto "diamo un’occhiata". Ho anche inserito tot titoli.
La parte di compravendita potrebbe essere utile, se funziona. Anche se la limitazione dell’ISBN è orribilmente tranchant.
Al momento comunque mi pare che l’attrazione di fondo di tutto ciò stia nel gratificare la propria vanità mostrando al mondo quanti e quali libri si sono letti. Ma probabilmente mi sbaglio.