Cronache locali/ Elezioni

Triste, come titolo, neh? Vabè, la mia innegabile arguzia di titolista sta ancora dormendo nel lato vuoto del letto; pazienza.
Comunque, niente, solo per resocontare stringatamente il risultato delle comunali (quelle del Sindaco bello).
Il Sindaco Bello, udite udite, non è passato al primo turno, fermandosi bensì al 48%. Il coso della Casa delle libertà (Coso della Casa, CdC d’ora in poi) ha raggiunto il 36%, sospinto dalla crescita di Forzintalia e AN (che hanno ora il 17% e 13%). Ma la sorpresa è il giovane letterato dei Verdi, già ex assessore della giunta uscente, che ha attratto il 13% dei voti.

Cose che capitano nelle elezioni locali. Infatti il Giovane Letterato, assessore alla cultura col Sindaco Bello, era uscito dalla giunta e dalla maggioranza poco più di un anno fa; sbattendo la porta. Di conseguenza la sua candidatura ha rappresentato una valida scelta per gli elettori che non volevano assolutamente votare per il centro-berlusconi-razzisti-Vaticano ma che contestavano l’amministrazione del Sindaco Bello e dei suoi.

Ottenuto il massimo risultato possibile (mandare il SBello al ballottaggio), è probabile che ora il GLetterato presenti il conto, e anche che il CdC gli faccia serie avances.

Ciò detto mi chiedo: ma di tutto ciò, a chi frega quaccheccosa?

Domani si vota

Almeno qua. Là, non so.

Abbiamo un sindaco bello. E lo rieleggeremo, presumibilmente. Sulla carta ha oltre il 60% dei voti.

(Per le gentili frequentatrici di questo indolente blog, ecco la foto del sindaco bello:

berti)
Anche se in effetti, a parte il fatto di essere bello, non è che abbia tutte ‘ste gran capacità. Almeno così pare; non seguo granché le vicende locali.

Nondimeno tocca votarlo.

Delizie del sistema bipolare.

Gli organizzatori del Family(*) Day ringraziano sentitamente

Ringraziano, dicevo, tutta la sinistra italiana, intiera e frammentata, radicale e di centro, che per un mese ha fatto grande pubblicità gratuita alla giornata clerical papista che si è celebrata sabato a Roma, dicendo ogni giorno, per un mese, "io non ci vado", "io ci vado", "io ci andrei se…", "tu non ci dovresti andare", "come ti permetti io vo dove mi pare" etc. etc.

Tanto sforzo promozionale autolesionistico ha dato i suoi frutti, tanto che persino l’Unto dal Signore (che dal Signore di famiglie ne ha ricevute almeno 2 ufficiali, mica discorsi) ha deciso di ungere un po’ di gente e di telecamere, materializzandosi nella piazza gremita.

Grazie, sinistra italiana!  Come farebbe la destra senza di te?

Grazie Signoregrazie, grazie Signoregrazie,/ grazie Signoregrazie, graaaaa-zieeee!

(*) Family nel sensy di coppya sposaty – in chiesy – tra un uomy e una donny, precisiamy.

Chi ci va a Torino?

Update e bestemmie: non posso venire.
Troia di quella maiala schifa nfame zoccola lurida puttanerottanculo della miseriaccia schifa, ho da sgobbare like a ciuco oggi e domani, improcrastinabilmente e sotto penale, grazie agli ottimi servizi pubbici che non fanno il loro lavoro.
Sorry.


Tipo sabato? Domenica? Avantandré? Pernotto? Spola da Asti?
RSVP.
(A parte lei, che c’è di sicuro.)

Quando ha ragione ha ragione

Diciamolo, Berlusk ha ragione quando dice che la blanda proposta di legge sul conflitto di interessi è fatta per costringerlo a lasciare la politica!

Cioè, uno dice "ma potrebbe vendere Mediaset" e continuare a fare il (l’ex) leader della CDL. Ma ciò non ha senso: cioè, Berlusk è entrato in politica per salvare e aiutare la propria azienda e ora dovrebbe lasciare l’azienda per la politica?! Rinuncio al fine per tenermi il mezzo? E insomma! Un po’ di razionalità, no?