Bye bye Clay, pilota da fumetto

regazoniQuel vecchio rompicollo di Clay Regazzoni stavolta se l’è rotto davvero, il collo: è morto infatti ieri a Parma l’ex pilota svizzero di Formula1. Naturalmente in un incidente d’auto; ma non in corsa.

Io, la F1, non la amo; anzi, mi fa quasi schifo.
Però di Clay ho un ricordo avvincente, dovuto essenzialmente a due ragioni: la prima è che Regazzoni e Lauda erano la coppia vincente della Ferrari anni ’70; per la precisione, Lauda era quello taciturno che vinceva, Clay era quello guascone e mattacchione che si piazzava. Da bambini, queste figure lasciano un segno.

Ma la seconda ragione del mio persistente ricordo è più pesante: Clay Regazzoni era un fumetto; cioè, era anche un personaggio dei fumetti; un personaggio di "Michel Vaillant", celebre fumetto di Jean Graton dal bel disegno pulito e luminoso e dallo stile avventuroso. Un delle peculiarità del fumetto di Graton è infatti l’inserimento di personaggi reali accanto a quelli immaginari, effetto ottenuto agevolmente grazie all’estremo realismo del tratto dell’autore.
Comunque, io all’epoca una persona vera dentro un fumetto non ce l’avevo mai vista! Ovvio che mi abbia colpito. Questo Regazzoni era un signore vero o una specie di supereroe? Era un pilota o la controfigura di Burt Reynolds? L’altro, Niki, quello con la faccia da topo, era il deuteragonista ideale della vicenda: taciturno, austriaco e seriosamente vincente. Ci fu uno sviluppo drammatico, in quella saga tra realtà e immaginazione: Lauda, in testa al mondiale, ebbe un brutto incidente al Nürburgring, e prese fuoco; gli bruciò mezza faccia e mezzi capelli e divenne una specie di mostro misantropo – almeno agli occhi di un bambino. Ma la parte più romanzesca della vicenda venne dopo: Lauda, ancora in corsa per il mondiale per effetto del vantaggio accumulato prima dell’incidente, venne spinto a riprendere le corse anticipatamente; ma non era più lo stesso pilota, dopo aver avuto mezza faccia bruciata dentro un’auto, e allora vinse l’altro, l’antagonista, un biondone inglese di nome James Hunt; e Clay ci mise solo il suo sarcasmo caustico. Una trama da manuale. Non era difficile pensare che quella realtà fosse un romanzo.

5 commenti su “Bye bye Clay, pilota da fumetto”

  1. mi era simpatico regazzoni.

    meno lauda, in effetti… poi riciclatosi con onore con la compagnia aerea… all’epoca la cosa m’aveva stupito, tendevo a pensare che una persona dovesse fare la stessa cosa per tutta la vita (beata ingenuità infantile)

  2. no, all’epoca mi piaceva anche la F1. sai, so’ bambini, ‘un capiscono mica una cippa.

    poi ho preso coscienza di tutta la briatoritudine insita nella cosa; però i piloti di allora mi sono rimasti simpatici, alla memoria. cioè, Fittipaldi, coi basettoni… Ickx, con quel nome da agente segreto… Jackie Stewart, che sembrava Mike Jagger La Tyrrell a 6 ruote…

    Son cose.

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