Web-trivia Spigolature Sapevàtelo

Faccio qui un’accozzaglia di segnalazioni di siti e notizie varie & eventuali.

È uscita l’11a edizione
del Merriam-Webster’s Collegiate Dictionary. Contiene circa 100 nuove parole, tra le quali il verbo to google (esatto, guglare) e i sostantivi Spyware e mouse-potato (quest’ultimo indica chi passa tanto tempo davanti al pc).

Pare non ci siano molte opere di Kierkegaard on line. Questo sito mette a disposizione le più importanti (in inglese).

piranesiGiochino: abbastanza scemo ma (oppure quindi) divertente: iSketch: si entra in una delle stanze e, a turno, uno dei giocatori disegna una descrizione di una parola data dal programma; gli altri devono indovinare, ottenendo punti. 10 round ogni partita.

Fai una qualche attività fisica con l’iPod ficcato nelle orecchie? Voilà, il sito Fitness+iPod=FitPod, a ciò dedicato. Se ne sentiva sicuramente la mancanza.

Le opere grafiche di Giovanni Battista Piranesi sono tra quelle stracolme di unheimlich. Il perché non è chiaro. Comunque ecco il sito che le mette tutte quante (circa) on line. Wunderbar!

Utility: Coral è un sito che permette di raggiungere quei siti che non rispondono all’url diretto, che sembrano offline, che fanno aprire tanti popup o lanciano richieste di dialing, che si aprono lentissimamente. Una manna.

Giochino scemo numero 2. Avocadolite. Non necessita spiegazioni.

Il coro dei narratori americani trentenni

Questo articolo di Time, a firma di Lev Grossman, vorrebbe individuare i più significativi giovani scrittori del momento. E per giovani scrittori intende gli Under 40. E elenca i migliori scrittori sottintendendo i migliori in assoluto, nel mondo, ma poi in realtà parla degli scrittori americani, al massimo includendo i britannici. Vabè, sono americani, si sa, hanno qualche problema di egocentrismo.

Bene, questo articolo di Time, è superficiale e un po’ banale; però dice alcune cose interessanti.

La lista degli young writers, intanto, dovrebbe interessare il lettore italiano: non tutti quei nomi sono arcinoti, infatti; e i lettori forti sono sempre alla ricerca di titoli di loro gusto.
La lista (che migrerà su Ecolaliste, ovviamente) include Jhumpa Lahiri  (The Namesake), Jonathan Safran Foer (Extremely Loud & Incredibly Close),  Colson Whitehead (The Intuitionist), Edwidge DanticatBreath, Eyes, Memory), Dave Eggers (You Shall Know Our Velocity), Arthur Phillips (Prague), Curtis Sittenfeld (Prep),  Myla Goldberg (Bee Season), Nicole Krauss (The History of Love), Gary ShteyngartAbsurdistan),  Zadie Smith (On Beauty), Monica Ali (Brick Lane),  David Mitchell (Black Swan Green), Sam Lipsyte e Kelly Link.

Ma il nocciolo dell’articolo di Grossman consiste nell’appurare che non esiste, oggi, uno scrittore che possa dirsi la voce della sua generazione. L’ultima generazione di narratori, infatti, non avrebbe come tratto comune la descrizione di situazioni o personaggi nei quali i lettori più giovani possano identificarsi; bensì il tratto accomunante questi young writers (molto diversi tra loro per tante cose) sarebbe la descrizione di situazioni locali e regionali legate all’immigrazione/emigrazione.
Io lettore dunque non troverò (e non lo cerco, perché non esiste più, secondo Grossman) un ritratto sociale e generazionale dell’Occidente che si guarda allo specchio, in questi romanzi; bensì situazioni e personaggi che attraversano un confine, che stanno on borders.

Da ciò discende la coralità che sostituisce la voce unica in questa generazione di narratori.

E da ciò – cosa che sfiora persino le questioni italiche – discenderebbero la commistione dei generi e la contaminazione tra high e popular literature: lo scrittore che non ha da raccontare la Verità che il suo lettore identificherà al volo come tale (perché riguarda il mondo di tale lettore), bensì storie di varia umanità, di particolari realtà locali, di circoscritti conflitti etnici, questo scrittore sente che per rendere appetibile al satollo e scafato lettore occidentale tali storie deve vestirle del plot intrigante del noir, della visionarietà della fantascienza, della asciuttezza del reportage. Sennò nemmeno trova l’editore.

p.s. Sarebbe interessante segnalare questo post sull’Aggregatore, così da avere magari qualche parere ulteriore sull’argomento. Purtroppo a me l’Aggregatore continua a non farmi più entrare. Sigh.

Visitors

Avete presenti le pietre? Bene, ho notato poco fa che esse, da desolate che erano, si sono di colpo popolate.
Avrei voluto fotografare un autentico membro della popolazione costì accasatasi, ma egli è schivo e non vuole saperne di firmare la liberatoria. Un’immagine di repertorio potrà tuttavia esemplificare:

Aspetta solo che lo veda il gatto…

Que viva Bersani!

Le cosiddette "liberalizzazioni" preparate dal ministro Bersani e approvate dal governo Prodi meritano la standing ovation. Forse anche una proposta di beatificazione in vita per avvenuto miracolo.
Non avrei mai pensato infatti di vedere ridimensionato, almeno un po’, il potere di quei rapinatori legalizzati che sono le banche, le assicurazioni, le industrie farmaceutiche. E con la possibilità di intentare cause collettive entreranno nel mirino dei ‘rapinati’, si spera, anche i concessionari di telefonia mobile, con la loro ‘decima’ vessatoria sulle ricariche dei telefonini, e altre categorie di grandi aziende che carpiscono soldi agli utenti usando le maglie di una burocrazia fatta per ostacolarli e i vantaggi di posizioni di fatto oligopolistiche sul mercato.

Le banche ora dovranno comunicare ai clienti le variazioni delle spese e degli interessi con lettera a casa 30 giorni prima dell’entrata in vigore di tali variazioni; e il cliente avrà 2 mesi dal ricevimento della lettera per non accettare quelle variazioni e mollare la banca senza dover pagare spese ulteriori. Roba da non credere! C’è da chiedersi cosa faranno ora le banche per ostacolare questo provvedimento che di fatto toglie loro un’entrata fissa e sicura.

Le compagnie di assicurazioni, altra grande categoria di sanguisughe, non sono state in verità finora colpite granché: di fatto il decreto Bersani trasforma ogni agente in un possibile broker, cioè in un agente che potrà offrire polizze di tutte le compagnie, e non di una sola. Ciò dovrebbe far calare i premi (dell’RC Auto, soprattutto), sempre che le Assicurazioni non continuino a fare cartello (non si spiega altrimenti il fatto che, per esempio, le RC Auto costino in Italia il doppio che in Francia).

E i farmacisti e le industrie farmaceutiche, che si sono opposti per anni alla libera vendita ovunque dei farmaci che sono di libera vendita argomentando che non si può rinunciare alla loro professionalità (per comprare l’Aspirina!)?

Sono rimaste fuori dal decreto le industrie petrolifere, quelle cioè che ogni 6 mesi ci raccontano favole sul perché la benzina aumenta 100 quando il petrolio aumenta di 100, e cala di 20 quando lo stesso petrolio cala di 100. Ma le liberalizzazioni non sono finite, quindi c’è speranza.

Ultimo punto, ma non per importanza: il decreto Bersani aumenta i poteri dell’Authority Antitrust, la quale potrà ora imporre ai trasgressori lo stop immediato dell’infrazione; sembra un cavillo ma è una clava contro tutti i settori ove le aziende si mettono d’accordo per tenere i prezzi più alti del lecito.