Quattro cani per strada

Quattro cani per strada
il primo è un cane di guerra (l’autore, credo; di guerra? lui? ah ah ah!)
e nella bocca ossi non ha (mah, oddio, un certo stile di scrittura sembra lo abbia ormai ben spolpato, l’autore)
e nemmeno violenza (ah, questo può anche essere, che ne so…)
(…)
Il secondo è un bastardo (oh, povero alter ego dell’autore! a me parzialmente omonimo (come l’autore)!)
che conosce la fame e la tranquillità (ecco: appetito e inerzia: questo sembra calzante, per l’alter ego; sembra. una cosa un po’ da Bogoncello, ecco.)
(…)
Il terzo è una cagna (Learco visto come zoccola? Mah, può anche darsi che, tra l’autore e il personaggio, si sa, quell’odio-amore; no?)
molte volte si nega, qualche volta si dà (si dà, si dà; altroché se si dà.)
(…)
Il quarto ha un padrone (apparentemente anche gli altri tre, in realtà)
non sa dove andare, comunque ci va (ecco, la Necessità piramidale, che si propaga da cima a fondo, da Pavlov, quello che i cani li condiziona e poi loro fanno certe cose senza sapere che sono condizionati, e probabilmente credono di scegliere; da Pavlov, dicevo, fino al cane Quattro; anche se poi non torna, perché con quel criterio, di autore–> personaggio, davanti a Pavlov ci sarebbe il lettore, che però mica decide – cioè, decide la sua lettura personale, chiaro, ma stop, nient’altro; in ogni caso non so neanche se il nuovo libro di Paolo Nori è strutturato così come me lo immagino: non è ancora uscito; c’è solo la scheda di presentazione (che l’ho saputo da Eìo, che c’era), che dice, sì, di questa struttura nidificata en abîme, però che c’entrano Pavlov e l’Autore? non lo so mica; non l’ho letto, il libro; neanche altri libri di Nori, ho letto; ma mica per scelta o per ignoranza, eh?, solo così per la luna.)

Paolo Nori

12 commenti su “Quattro cani per strada”

  1. @ taxi: non lo leggi e non ti piace, suppongo.

    @ kay: mi dicono che “sichiamafrancesca…” non è bastante a farsi un’idea.

    @ alky: lèggi, lèggi. per io declino ogni responsabilità, veh!

    @debbie: aguguri ed abbracci ricevuti e contraccambiati 😉

  2. è bravo ma un pò pesantino (almeno per me:)

    ci tenevo a passare prima di partire per augurarti un anno pieno di avvenimenti speciali. un abbraccio. deb

  3. Ovviamente tutti i refusi del mio precedente commento sono per il lavoro del correttore di commenti di splinder, che altrimenti resta senza paga (lavora a cottimo). 😉

  4. Io mi sono persa a metà del post, ma se lo trovo lo compro e lo leggo, perchè uno che vi fa scrivere tute ‘ste cose quanlcosa di dire l’avrà pure, no?

    Buon anno nuovo artista… kisses!

  5. Gli è che uno, da uno come Nori, che è uno che sa scrivere, si aspetta qualcosa di diverso dall’ennesima puntata della saga basilicanovese. Con Pancetta – che pure contiene l’orrenda parola, ma solo una volta e di straforo – e Ente nazionale della cinematografia popolare pareva averci dato un taglio. Invece no. E io non lo leggo. Tiè!

  6. (aggiungo per altro la notazione del gioco di parole involontario accaduto nelle prime righe di questo post: l’autore non è un cane di guerra, ma probabilmente lo sarebbe learco, se fosse un ciclista.)

  7. ma perché. che succede a basilicanova? il nori è còlto da mancamenti scrittorii o si tratta solo di una delle idiosincrasie del taxinari?

    il numero di pagine reali non lo sapremo mai, quindi.

  8. Quando esce, vai in libreria e scorri tutte le pagine, che sono solo centosessanta e si fa in un attimo. Se in un punto qualunque trovi scritta la parola “Basilicanova”, scaglialo violentemente contro un muro qualsiasi della libreria; se invece quella parola non c’è, compralo e leggilo. Tanto sono solo centosessanta pagine e si fa in un attimo.

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